Supplemento al n. 1-2-2013
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXX - supplemento al numero gennaio-febbraio 2013 11 L’ultima opzione Della rinuncia al Pontificato sono pieni i giornali, le televisioni, i siti web, i network di tutto il mondo. Sorpresa, stupore, smar- rimento, interrogativi, commenti qualche volta malevoli per voglia di scoop da parte di giornalisti che, pur dichiarando dilettan- tesca conoscenza di certi argomenti, si ri- tengono autorizzati a sentenziare. Soprat- tutto universale vicinanza al S. Padre, innu- merevoli e multiformi espressioni d’affetto, di solidarietà, di prossimità spirituale e di presenza sensibile e reale. Dalle 11,46 dell’11 febbraio, ogni gesto, ogni parola proveniente dalla Sala stampa vaticana, ogni immagine di piazza S. Pietro, ogni trasmissione televisiva, le notizie dei quotidiani, sono stati attesi e seguiti con in- teresse e commozione. All’Udienza generale del 27 febbraio erano rappresentati parecchi Paesi del mondo, simbolo dell’universalità della Chiesa ma anche di stima e riverenza per questo piccolo e delicato “grande Uo- mo” che, con coraggio e determinazione, ha retto il timone della “barca di Pietro”. Egli ritorna al 19 aprile 2005: accetta nella cer- tezza che la vita della Chiesa è sostenuta dalla Parola di Dio ma nel Suo cuore risuona una domanda, «Signore, perché mi chiedi questo e che cosa mi chiedi? È un peso gran- de quello che mi poni sulle spalle, ma se Tu me lo chiedi, sulla tua parola getterò le re- ti, sicuro che Tu mi guiderai, anche con tut- te le mie debolezze». E, in questi otto anni, il Signore Lo ha guidato, facendosi sentire presente quotidianamente. «La barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua e il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto...» . Quel 19 aprile ha assunto un impegno «per sempre… uno rice- ve la propria vita proprio quando la dona… » , quindi la rinuncia al servizio attivo non è un abbandono, ecco perché «…non ritorno alla vita privata… non abbandono la Croce, …ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di S. Pietro… Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte , avendo sem- pre davanti il bene della Chiesa e non se stessi». Questa sofferenza traspariva da qualche tempo sul viso, l’essere provato si leggeva nella fragile incertezza dell’andatura appe- santita per la «consapevolezza della gravità e anche novità… del passo». Ritornano le parole essenziali che ci la- scia come eredità di Pastore: «fede», «cari- tà», «Chiesa viva, corpo di Gesù Cristo», « gioiosa certezza che il Signore è vicino , che non ci abbandona» . Benedetto XVI, da vero educatore, non ha mai attratto su di sé lo sguardo, ha indicato la Verità spingendoci a guardare più in alto , ha distolto l’attenzione dalla Sua persona ed ha additato il cammino della Chiesa. Non dimenticheremo i tratti della Sua singolare personalità: la saggezza, il distac- co intellettuale sinonimo di razionalità e ri- gore, la capacità di ascolto e di attenzione per l’altro, il mettersi in discussione, la to- tale disponibilità al servizio - di Dio, della Chiesa, dell’umanità, del pensiero -, la pa- catezza, l’umiltà, la tenerezza paterna,… Gli siamo grati per averci chiamati spes- so «amici» e per avere spiegato il senso di questo appellativo: «…il Signore ci chiama amici… Non ci sono segreti tra amici: Cristo ci dice tutto quanto ascolta dal Padre; ci dona la sua piena fiducia e, con la fiducia, anche la conoscenza. Ci rivela il suo volto, il suo cuore. Ci mostra la sua tenerezza per noi, il suo amore appassionato che va fino alla follia della croce. ...Il secondo elemen- to, con cui Gesù definisce l'amicizia, è la comunione delle volontà. “Idem velle – idem nolle” …L'amicizia con Cristo coincide con quanto esprime la terza domanda del Padre nostro: “Sia fatta la tua volontà co- me in cielo così in terra”» . Il portone del Palazzo pontificio di Castel Gandolfo è ormai chiuso, Benedetto ha inizia- to « l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra» . «Cuore», «amore», «preghie- ra», «riflessione», «tutte le forze interiori» sono orientate «al bene della Chiesa e del- l’Umanità» . GRAZIE, PADRE SANTO! Nel luogo del silenzio, «sul monte» , vivi la Tua trasfigurazione! So che veglierai in preghiera davanti al Maestro, tra la Legge e i Profeti. …E Tu sentirai di non essere solo.
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