Supplemento al n. 1-2-2013

10 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXX - supplemento al numero gennaio-febbraio 2013 è LUI, il Maestro, Cristo Salvatore a gover- nare «la barca di Pietro» perché non venga sopraffatta dai marosi, perché le acque si plachino e tornino «tanti giorni di sole e di brezza leggera» , giorni di «pesca abbondan- te» : tutto vissuto nella speranza che la «bellezza» annienti la sporcizia e sveli la «verità» . «…verità e bellezza vanno insie- me: la bellezza è il sigillo della verità» . Da autentico pontifex (etimologicamente da pontem facere ), Papa Ratzinger è stato costruttore di ponti: tra credenti e non cre- denti, tra i giovani e la Chiesa, tra cattolici e ortodossi, tra cristiani ed ebrei, tra occi- dente ed oriente, tra Chiesa e mondo, tra i diversi continenti, tra varie religioni, tra fe- de e ragione, tra liturgia e religiosità popo- lare, tra ortodossia ed eresia, tra innovazio- ne e tradizione, tra l’audacia della denun- cia e la misericordia del perdono, tra la tensione missionaria e la contemplazione teologica, tra la libertà e il servizio,… Per trattarne, così come per dire dei suoi scritti, servirebbero “fiumi d’inchiostro”, tempi dilatati e spazi non consentiti. Que- sto è solo un intervento per flash, ma è do- veroso almeno citare i documenti universal- mente apprezzati, che passeranno alla sto- ria del Pontificato e che andrebbero appro- fonditi nell’Anno della fede. Le Encicliche «Deus caritas est» non a caso è datata 25 dicembre 2005, Natale del 1° anno di Pontificato. «Dio è amore» e noi abbiamo creduto in Lui perché Lo abbiamo incontra- to. Scopo dell’Enciclica è suscitare nell’uo- mo una risposta all’amore di Dio. Questo termine (amore), così frainteso e banalizza- to, è analizzato attraverso l’esperienza umana, la cultura classica, biblica, filosofi- ca e teologica, per giungere al «realismo inaudito» dell’incarnazione dell’Amore di Dio in Cristo. La risposta dell’uomo a Dio e l’adesione alla Sua volontà rendono possibi- le l’amore del prossimo, che va praticato nella comunità ecclesiale ed allargato alla comunità sociale. I cristiani, sull’esempio di Maria, donna di speranza, di fede e di amo- re, possono «essere sorgenti di acqua viva in mezzo a un mondo assetato» . «Spe salvi facti sumus» (30 novembre 2007) richiama un’espressione di san Paolo ai Romani, secondo cui è nella speranza che troviamo salvezza, in una speranza radicata nella certezza di una meta da raggiungere, «una prova delle cose che ancora non si ve- dono» . L’uomo si pone domande esistenzia- li, sperimenta che tante ideologie e costrut- ti umani deludono le attese e inesorabil- mente falliscono, si smarrisce in contraddi- zioni, perché «ha bisogno di una realtà che vada oltre» , fino a che non incontra Cristo che svela l’uomo a se stesso, immettendolo nella via della Verità e della Vita in cui pro- cedere con la sua libertà sostenuta dalla speranza. La preghiera e la sofferenza sono scuola di speranza, purificano i desideri e allontanano le menzogne. «Un mondo sen- za Dio è un mondo senza speranza» . «Caritas in veritate» (29 giugno 2009) è espressione esplicita della continuità del Ma- gistero dei Papi. Alla dichiarazione che «la carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa» vengono recuperati concetti ed insegnamenti di precedenti documenti, in particolare della «Populorum progressio» (1967) di Paolo VI, che rappresenta un mes- saggio forte per lo sviluppo dell’uomo e del- la società dei nostri tempi . L’Enciclica è di eccezionale attualità, esaustiva, puntuale, lucida nelle argomentazioni: dovrebbe essere considerata la “magna charta” per l’interdi- pendenza degli Stati nel mondo globalizza- to , ai fini della giustizia e della pace tra i po- poli. Senza il riconoscimento della centralità della persona e della sua dignità, senza soli- darietà e sussidiarietà, senza etica nell’eco- nomia come in ogni altro settore, non può es- serci cooperazione né sviluppo; ci sarà sfrut- tamento, sperpero di ricchezza, povertà e di- struzione del creato. Il Papa invoca «una nuo- va sintesi umanistica » con la collaborazione dell’intera famiglia umana. La Chiesa e i cri- stiani potranno contribuire ad umanizzare la globalizzazione «solo se Dio trova un posto anche nella sfera pubblica» . Non avremo più l’annunciata enciclica sulla fede di Papa Benedetto, ma le Sue ri- flessioni ed i Suoi studi, condotti nella pre- ghiera e nel silenzio, credo non deluderan- no l’attesa privandoci di un ulteriore inse- gnamento prezioso.

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