La Scuola e l'Uomo - n. 11-12- Novembre-Dicembre 2020
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVII - Numero 11-12 - Novembre-Dicembre 2020 3 E d i t o r i a l e e la dignità di ogni persona umana; a dive- nire «artigiani di pace» ; a realizzare quella «fratellanza universale» che nel «Cantico di frate sole» comprende tutte le creature; a coltivare una «nuova cultura costruttiva» e una « politica migliore» ; a ripartire dalla «Verità». Credo che ciascuno di noi, non solo perché cattolico ma in quanto cittadino del mondo, debba sentire il dovere di leggere i testi, ri- flettere, meditare, agire individualmente e socialmente sulle tracce indicate, tenendo ben presente che siamo corresponsabili del futuro e che « nessuno si salva da solo ». In questo tempo di Avvento, i profeti ci invitano ad aprire e rendere l’animo doci- le, a seguire la giusta via per accogliere una grande luce ( Isaia ) e a convertirci cambiando mentalità e stili di vita ( Giovanni Battista ). Intraprendere un itinerario di conversione implica il rifiuto delle eccessive comodità, della ricchezza, del piacere, del superfluo, per orientarci all’essenziale. Uscire dall’in- differenza, dallo scoraggia- mento, dalla sfiducia, dalla mediocrità non è facile, ma non è impossibile se chiedia- mo al Signore di darcene la forza. « La speranza ci invita a riconoscere che c’è sempre una via di uscita, che possia- mo sempre cambiare rotta, che possiamo sempre fare qualcosa per ri- solvere i problemi» (LS 61). Nuovi cieli e nuova terra non sono riferibili solo all’al di là, cominciano qui con il distacco da ogni mondanità e con l’attuazione della giustizia e della pace; qui, nel nostro cuore, nasce il Regno di Dio: Cristo si è incarnato e non ci lascerà soli. Il silenzio inconsueto di questo Natale sia un’occasione preziosa per riflettere e spera- re, per alimentare il desiderio di stare «insie- me». Coscienti che tutto ci è dato dal Padre per condividerlo con i fratelli, consapevoli che nessuno è padrone di niente , neanche della propria vita, fiduciosi chiediamoGli che faccia « nuove tutte le cose». che anestetizza nell’abitudinario. Eppure «c’è gente che spera in mezzo a gente che spara». Eppure, in un’era in cui la scienza appariva onnipotente e capace di cambiare anche l’essere umano allungandone l’esi- stenza, c’è gente che muore per la pande- mia del Covid-19. Eppure, in un tempo di grande mobilità e di eccesso di comunica- zioni, il distanziamento sociale e familiare, l’isolamento e l’abbandono forzato, costrin- gono alla solitudine. Eppure, di contro alle enormi spese per gli armamenti e ai paradisi fiscali (e non solo), nel 2019, quasi 690 mi- lioni di abitanti del pianeta hanno sofferto la fame, sono circa 2 miliardi le persone esposte a situazioni di insicurezza alimenta- re, 191 milioni di bambini inferiori ai cinque anni sono denutriti (rapporto «The State of Food Security and Nutrition in the World» ) e la situazione dal 2014 va peggiorando, giac- ché « una dieta sana è di gran lunga più co- stosa di 1,90 dollari USA al giorno». « Non vedo, non sento, non parlo ». Come è possibile non cambiare questo sprege- vole atteggiamento, specie di fronte alle inedite insicu- rezze del nostro tempo? Alta e insistente si è leva- ta la voce di Papa Francesco con le due autorevoli attua- lissime Encicliche « LAUDATO SI’» e « FRATRES OMNES», che compendiano l’amore e il rispetto del creato con l’amore e la fraternità universale, entrambe ispirate al poverello d’Assisi a cui ha dedicato il Suo pontificato. Per logistiche ragioni, è impossibile entra- re nella vastità degli argomenti affrontati, ma non ci si può esimere dall’apprezzare il linguaggio chiaro, la descrizione veritiera e la riflessione sofferta sulle realtà, l’espressio- ne trasparente del Suo pensiero, l’intenzio- nalità di indicare e condividere alcune linee di azione. C’è l’invito a « pensare e generare un mondo universalmente aperto», tramite «il dialogo e l’amicizia sociale»; all’atten- zione per «gli ultimi» , riconoscendo i diritti
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