La Scuola e l'Uomo - n. 11-12- Novembre-Dicembre 2020
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVII - Numero 11-12 - Novembre-Dicembre 2020 40 «Sono Indra, vengo dal Bangladesh, non capisco italiano…» «Salma, iraniana, parlo poco poco…». «Alì, muratore, arrivato un mese fa…». «Gaurov: capisco poco, parlo niente!». I nomi sono di fantasia, le persone sono vere. La «PennyWirton», una piccola ma vivace scuola che offre una prima alfabetizzazione a stranieri, ha dovuto fermarsi per Coronavi- rus. La scuola è nata qualche anno fa presso il Centro Culturale Veritas a seguito di una visita a Trieste del suo ideatore, Eraldo Affi- nati, su invito del Veritas e Uciim-Ts. Segue una cinquantina di stranieri di varia estrazio- ne, età e provenienza: Iran, Kosovo, Bangla- desh… Studenti e insegnanti, tutti volontari, in rapporto 1:1 si ingegnano come possono, con molta fantasia e duttilità tra testi, sche- de, ma soprattutto materiale visivo e tatti- le appositamente preparato, indispensabile quando manca qualsiasi competenza condi- visa. E poi, insostituibile in questi casi, la mimica e il linguaggio gestuale. Difficile, in un simile contesto, in cui man- cano strumenti informatici, lingua veicolare, competenze digitali, attivare un insegna- mento a distanza: le sole comunicazioni per spiegare cosa sta succedendo, cosa e come fare per instaurare un contatto risultano estremamente difficili. Eppure, chi con il cellulare, chi con le mail , chi usando le più diverse piattaforme, anche i volontari P.W. sono riusciti a ristabi- lire un contatto con i loro studenti. Tra i più giovani c’è Ana, arrivata pochi mesi fa dal Kosovo senza conoscere una sola parola di italiano e già alle prese, è stata in- serita in una terza media, con le preposizioni articolate, i tempi verbali e… lei, musulma- na, con la Provvidenza divina, la monaca di Monza e il voto di Lucia dei Promessi Spo- si. Ma anche il fratellino Dazin cui, da casa sua, si è aggiunta la cugina Melita. Loro, più impacciati, hanno festeggiato la ripresa del contatto con un’uscita virtuale al bar dove loro (!) hanno ordinato e chiesto di pagare un caffè e un gelato. Hanno anche scritto un temino in collaborazione che poi hanno spe- dito su WhatsApp. Eccolo. «OGGI SONO A CASA PERCHE DOBBIAMO TOTI VINCERE IL CORONAVIRUS. BISOGNA LAVARSI BENE LE MANI, NON TOCARE NASO, BOCCA, VISO, L’OREQUIE. NON DOBBIAMO USCIRE, METTERE UNA MASCHERINA SULLA BOCCA. Il CONTAGGIO E IN TUTO IL MONDO. A CASA FACCIO I COMPITI, LEGO, GUARDO IL TV, IL TELEFONO, MANGIO… NON POSSO AN- DARE AL CORSO DI ITALIANO MA PARLO CON LA MAESTRA AL TELEFONO. SONO IN CAMERA SUL LETTO VICINO MIA SORELLA. HO QUA- DERNO E MATITA. IN TORNO A ME VEDO LA MAESTRA FINESTRA PORTA ARMADIO LETTO TAVOLO. LEGO UN LIBRO. HO FATTO PAUSA, IMPARO ITALIANO». Dazin ha dieci anni, in Italia da settem- bre: la sua passione è il calcio, ma in questi mesi non può allenarsi. Mostra con molto or- goglio le sue scarpette da calcio rosse. Melita è più grande, vorrebbe diventare parrucchiera: è molto determinata e volon- terosa, ma è appena arrivata in Italia senza conoscere la nostra lingua e non ha occasio- ne di parlare italiano. Ana è un fenomeno: sta imparando,tut- te insieme, tre lingue: italiano, ma anche inglese e tedesco cui vorrebbe aggiungere il francese (le piace il suono) e arabo: per leggere il Corano. Fa danza classica, tea- tro, coro… il suo progetto è diventare me- dico. Bravi ragazzi, per voi certamente «andrà tutto bene». ( Marina Del Fabbro ) Caro direttore, davvero la scuola non si ferma… In questo nuovo spazio della nostra rivista vorremmo aprire un colloquio diretto con i soci. È questo uno spazio di ascolto di vostre esperienze e proposte che volentieri socializziamo per promuovere tra i lettori un produttivo dibattito sui temi affrontati. Le lettere dovranno essere indirizzate a redazione@uciim.it oppure a Redazione La Scuola e l’Uomo, Via Crescenzio 25 - 00193 Roma Lettere al direttore
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