La Scuola e l'Uomo - n. 11-12- Novembre-Dicembre 2020
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVII - Numero 11-12 - Novembre-Dicembre 2020 1 Edi tor iale Di cosa siamo padroni? Mi vengono in mente alcuni personaggi verghiani, veri e assai con- troversi, ma gli insegnamenti più autentici li troviamo in molte pagine del Vangelo, so- prattutto in Luca. Mi sovviene anche la lezione pratica di una Mamma ai suoi bambini nella prima età in cui, come in un ritornello, essi ripetono «mio, è mio» e la Mamma «non è solo tuo, è di tutti coloro a cui serve»: una premessa per avviare allo spirito di condivisione. Papa Francesco non si stanca di ricordarci che «Abbiamo toccato con mano la fragilità che ci segna e ci accomuna. Abbiamo compre- so meglio che ogni scelta personale ricade sulla vita del prossimo, di chi ci sta accanto ma anche di chi, fisicamente, sta dall’altra parte del mondo. … Dall’esperienza della pandemia tutti stiamo imparando che nes- suno si salva da solo … Siamo stati costretti dagli eventi a guardare in faccia la nostra reciproca appartenenza, il nostro essere fra- telli in una casa comune. Non essendo stati capaci di diventare solidali nel bene e nella condivisione delle risorse, abbiamo vissuto la solidarietà della sofferenza». «Di fronte a un futuro che appare incerto e difficile, soprattutto a livello sociale ed economico, siamo invitati a vivere il pre- sente discernendo ciò che rimane da ciò che passa, ciò che è necessario da ciò che non lo è» (1). È questo l’appello del Papa per farci comprendere che non siamo padroni di niente. Forse non ci rendiamo ancora del tutto conto che esistono virus più pericolosi del Covid19: la corruzione, il malcostume dila- S embra strano, inopportuno, forse disdi- cevole porre a titolo di un editoriale del- la nostra rivista un’espressione che dà nome ad un recente album musicale o evoca passate spinte anarchiche. Eppure il messag- gio che giunge ai giovani da una canzone può essere (e in genere lo è) più incisivo di un corso di lezioni, basta recuperarne il senso. A chi di noi adulti non tornano in mente e sulle labbra versi, frasi, ritornelli che ab- biamo amato e ripetuto nelle nostre lontane primavere? Hanno segnato il nostro sentire e influito sul nostro modo di essere. Anche le espressioni esternate con pathos da Fiorella Mannoia possono far scorrere den- tro l’animo e la mente dei ragazzi riflessioni a più largo raggio, specie in un tempo in cui la realtà vissuta dà prova che non si può dare niente per scontato: sono saltati tutti gli al- goritmi della quotidianità, si resta disorien- tati di fronte alle limitazioni di ogni genere, si è invasi dalla paura, dalla diffidenza, dalla tendenza alla rinuncia che induce un senso diffuso di depressione. Viceversa c’è chi mi- nimizza e si trincera dietro fake news , al di là di ogni razionalità, fino a toni dissacratori di una realtà amaramente sacra. Il tempo passa, ma siamo noi soprattut- to che passiamo nel tempo, anche mutan- do le nostre fisionomie, moderando le fatue certezze che spesso hanno indotto l’uomo di oggi a ritenersi creatore onnipotente di conquiste scientifiche illimitate. E poi? È bastato un virus, un’invisibile velenosa en- tità biologica a far dilagare una catastrofe mondiale, nella quale nessuno può sentirsi al sicuro per la salvaguardia della stessa vita. «PADRONI DI NIENTE» Anna Bisazza Madeo, Consigliera nazionale emerita - Presidente Commissione Nazionale Formazione (1) Dal Messaggio inviato da Papa Francesco ai partecipanti del forum “European House – Ambrosetti” di Cernob- bio (Como).
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