La Scuola e l'Uomo - n. 11-12- Novembre-Dicembre 2020

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVII - Numero 11-12 - Novembre-Dicembre 2020 25 sivo, il quale conteneva appositi programmi didattici destinati alla scuola primaria. Tale provvedimento risulta di particolare impor- tanza perché introduce tre anni di «educa- zione morale e civile» nei programmi scola- stici, aprendo una prima stagione di intenso interesse per la formazione del discente alle tematiche civili. Tuttavia, in relazione alla formazione civica, non viene ancora inserito nei programmi lo studio della Costituzione in quanto tale. Questa decisione può esse- re spiegata tenendo conto della forte va- lenza ideologica che conteneva il testo co- stituzionale agli occhi dei padri costituenti – l’esegesi dell’articolato era un compito demandato all’istruzione universitaria, co- me testimoniano molte lezioni universita- rie, tra cui quelle di Moro, in cui spiccava la forte ispirazione umanistica il cui approccio era orientato alla costruzione di una «nuova Italia» – e che dunque doveva essere letto alla luce del percorso storico che aveva por- tato alla nascita della Repubblica. In tale provvedimento, inoltre, vengono inseriti alcuni principi fondamentali dell’or- dinamento europeo, con lo scopo di amplia- re la portata generale della disciplina, in- tegrando le allora recentissime novità sulla tutela della persona, come i diritti e doveri dell’uomo e del cittadino, attraverso alcuni elementi essenziali della nostra Costituzione, quali la libertà, la dignità sociale e l’eticità del lavoro, per citare solo gli ambiti all’a- vanguardia del testo costituzionale. Solo sul finire dei prolifici anni Cinquanta si arriva alla concreta previsione dell’inse- rimento della materia di educazione civica nel sistema scolastico con l’approvazione del D.P.R. n. 585 del 1958 firmato dal Presidente Gronchi. Le origini del decreto governativo che ha introdotto la nuova disciplina, risie- dono in larga parte nel difficile lavoro di elaborazione tematica e convergenza poli- tica portato avanti dalle figure istituzionali ed intellettuali più all’avanguardia di quel periodo, tra cui Aldo Moro (Caligiuri, Aldo Moro e l’educazione civica. L’attualità di un’intuizione , 2019), Gesualdo Nosengo e molti altri rappresentanti dell’UCIIM, tra cui la forte dedizione di Luciano Corradini, se- condo i quali il tema civico e costituzionale non poteva essere un argomento marginale 2 giugno 1946-18 aprile 1948 , 2009), carica di disposizioni da realizzare in prospetti- va evolutiva. Sebbene questa impostazione sia stata del tutto funzionale al panorama politico italiano, con il tempo ha prodotto una serie di fasi altalenanti di attuazione del testo costituzionale, il quale ancora oggi non trova piena applicazione (Bonini, Storia costituzionale della Repubblica , 2007). Tale peculiarità del contesto italiano sarà ben descritta dal Mortati differenziando la «Costituzione formale», ossia il testo elabo- rato in sede costituente dalle componenti politiche postbelliche, dalla «Costituzione materiale», il processo evolutivo di ap- plicazione dei suoi principi fondamentali (Bonfiglio, Il contributo di Mortati nella fase costituente attraverso la prospettiva teori- ca e stoica della costruzione in senso mate- riale , Nomos 3-2007). Dal un punto di vista generale di attuazio- ne del testo costituzionale, i primi governi repubblicani non hanno trovato un terreno fertile per promuovere e realizzare le am- pie riforme istituzionali previste – si pensi, per esempio, che la Corte costituzionale ha trovato la sua attuazione solo nel 1956 con diversi anni di ritardo. Viceversa, il processo di elaborazione dei temi civici e di accosta- mento al testo costituzionale si è sviluppato proprio in quel periodo così difficile, anche grazie alla visione a lungo raggio di alcune figure emblematiche della classe dirigente di allora. Una prima proposta di introdurre l’inse- gnamento dell’«educazione civile» è stata presentata all’interno del grande progetto di riforma della scuola del 1951, dal ministro Guido Gonnella, ma che tuttavia non superò lo scoglio dell’approvazione parlamentare. Sebbene questo primo tentativo si sia are- nato molto presto senza essere discusso in modo approfondito, risultava già chiaro il problema del rapporto fra Costituzione e scuola nell’ordinamento italiano, soprattut- to per quanto riguarda la sfera pedagogica e didattica, la quale sarà il punto di partenza delle nuove elaborazioni di quella che sarà poi denominata «educazione civica». Per una parziale introduzione dei temi di natura civica si dovrà attendere il decreto n. 503, del giugno 1955, di quattro anni succes-

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