Novembre-Dicembre 2018
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 11-12 - Novembre-Dicembre 2018 6 GLI OBIETTIVI E I RISULTATI DEI DAZI DI TRUMP (1) I FATTORI DELLA FORZA DELL’ECONOMIA AMERICANA E IL LORO COSTO PER I CITTADINI 1-I risultati della politica protezionistica per gli Stati Uniti Con il trascorrere dei mesi si sono andati meglio precisando alcuni essenziali elementi della politica di Trump. Egli punta ovviamen- te alla rielezione fra due anni, e intende la politica dei dazi funzionale a questo obietti- vo. Le elezioni di medio termine dello scor- so novembre hanno per lui costituito un se- gnale d’allarme con la perdita del controllo della Camera dei Rappresentanti: pur aven- do mantenuto la maggioranza al Senato, tut- te le sue politiche risulteranno fortemente condizionate in ogni settore, comprese na- turalmente le trattative sui dazi con i diver- si paesi, e ci vorrà quindi qualche tempo per avere un quadro più chiaro della situazione. Trump ritiene che sia interesse degli Sta- ti Uniti abbandonare gli accordi multilatera- li dei precedenti governi su quasi tutti gli argomenti, sostituendoli con accordi bilate- rali con ogni singolo paese. Questo perché nell’accordo multilaterale ciascun contra- ente sacrifica necessariamente una parte dei propri interessi, mentre nel confronto a due gli Stati Uniti, grazie alla loro superiore potenza economica e militare, possono me- glio far valere l’interesse proprio. In base a questo principio Trump ha rin- negato alcune importanti intese multilate- rali del precedente governo Obama: sul nu- cleare iraniano, sul clima, sui missili atomi- ci con la Russia. Il protezionismo è uno degli strumenti di questa politica, e le sue conse- guenze a lungo termine sull’economia mon- diale, sull’Europa e sull’Italia si potranno valutare quando le numerose trattative in corso saranno definite, ma è un fatto noto da sempre che i dazi rallentano lo sviluppo dell’economia mondiale, e ciò non gioverà a nessuno, nemmeno agli Stati Uniti. Devo a questo punto richiamare alcuni fatti ricordati nel precedente articolo (2): uno degli scopi di Trump è ridurre l’enorme disavanzo commerciale degli Stati Uniti, ap- parentemente inspiegabile trattandosi della prima potenza industriale del pianeta; esso è dovuto alla scelta di tutti i governi Usa di mantenere molto bassi i dazi sulle importa- zioni per consentire agli americani di acqui- stare a prezzi relativamente contenuti le merci straniere (3). L’attuale politica di Trump procede in senso esattamente oppo- sto, aumentando con i dazi il costo di nu- merosissime merci importate (non solo ac- ciaio e alluminio come pareva inizialmen- te), ed inoltre ostacola le esportazioni degli Stati Uniti verso quei paesi colpiti dai dazi Usa che per ritorsione hanno a loro volta imposto o aumentato i dazi sulle merci americane. Come conseguenza di tutto ciò, dovreb- bero già cominciare a evidenziarsi segnali Federico Matteoda, Collaboratore dell'UCIIM in corsi di economia rivolti a docenti e studenti (1) Sulla politica dei dazi suggerirei di vedere almeno gli articoli di A LESSANDRO M ERLI (Il Sole 24 Ore, 27/5), G IU - SEPPE S ARCINA (Corriere della Sera, 16/6), P AOLO M ASTROLILLI (La Stampa, 16/6), M ARCELLO M INENNA (Il Sole 24 Ore, 30/9), F ILIPPO S ANTELLI (La Repubblica-Affari e Finanza, 12/11). (2) Si veda il numero 5-6 del giugno 2018, nel quale vengono esaminati numerosi fatti -ben precedenti le inizia- tive di Trump- che è necessario conoscere per avere un quadro realistico e completo degli attuali problemi del- l’economia mondiale. (3) Ciò che rende possibile questa scelta e il conseguenze disavanzo viene esaminato nel precedente articolo, e si può riassumere nell’universale fiducia nel dollaro, ritenuto al riparo da consistenti svalutazioni a causa della generale affidabilità della classe politica, della forza dell’economia Usa e dell’efficacia della ricerca scientifica che attrae cervelli da tutto il mondo.
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