Novembre-Dicembre 2018
San Giovanni della Croce, intitolata «La fon- tana», da lui composta nell’oscurità del carcere. La fontana è il mistero trinitario in cui ci immergiamo nella preghiera, il na- scondiglio è la profondità del nostro essere in grazia, la notte simboleggia la fede, il pane vivo l’Eucaristia: Ben conosco quella fontana che scorre e zampilla, anche se è fonda la notte Questa fontana eterna e segreta io so bene dove ella ha il suo nascondiglio, anche se fonda è la notte. La sua luce non è mai oscurata e io so che da lei ogni luce è uscita anche se fonda è la notte. Codesta fontana eterna è celata in questo pane vivo per donarci la vita anche se fonda è la notte. 5 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 11-12 - Novembre-Dicembre 2018 S p i r i t u a l i t à L’augurio per il Santo Natale Salire e scendere su Gesù Bambino, figlio di Dio e figlio di Maria Rivolgo a tutti l’augurio di un lieto e santo Natale, riprendendo il pensiero di Sant’Agostino che invita i predicatori ed i catechisti ad educare tutti cristiani, anche coloro che da poco hanno ricevuto il battesimo a sa- lire e scendere sul Figlio dell’uomo, meditando lo stupendo mistero dell’Incarna- zione, del Verbo fatto carne. Parafrasando numerosi passi diffusi nei suoi sermoni e nei suoi trattati, davan- ti al presepe possiamo esprimerci con questi sentimenti, che illuminano con una serie di antitesi, la natura divina ed umana della persona di Gesù, figlio di Dio e figlio di Maria. O Gesù, nostro salvatore, ti sei chiuso nel grembo di una donna, Tu che né cielo né terra possono contenere, perché sei l’Immenso e tutto contieni. Sei nato da una donna, da Maria, nel tempo, Tu che sei nato dal Padre prima di tutti i tempi. Sei nato da Maria, vergine al momento del concepimento, vergine al momento del parto, vergine al momento della morte, per insegnarci a disprezzare ogni orgo- glio basato sulla nobiltà della nostra carne o delle nostre famiglie. Sei nato a Betlemme, piccola città della Giudea, per dire a noi che non possia- mo esaltarci per la grandezza di nessuna città o potenza politica di questa terra. Sei nato povero, Tu di cui sono tutte le cose e per mezzo di cui sono state fatte tutte le cose, perché nessun credente in Te osi insuperbirsi delle sue ricchezze. Hai pianto bambino per noi, tu che sei la nostra unica vera gioia nella vita ter- rena e nell’eternità, gaudio degli Angeli e dei Santi. Sei rimasto muto, incapace di esprimerti, Tu che sei il Verbo stesso, la Parola eterna di Dio. Sei stato portato dalle braccia di Maria, Tu che porti e sorreggi tutto il mondo creato. Hai succhiato da una vena di carne il latte materno, tu che nutri gli Angeli e gli uomini, Tu che sei il nostro cibo e la nostra fonte di vita. Hai dormito sul seno di Maria, Tu che non dormi mai, come dice la Scrittura, perché custodisci continuamente Israele. Ti vediamo vagiente, mentre vagisci come ogni neonato, Ti riconosciamo e Ti adoriamo Onnipotente! Possa davvero il Santo Natale essere per noi una festa che ci invita a gioire in- sieme nelle nostre famiglie, a realizzare il sogno di Giacobbe e la parola di Gesù, ad essere in qualche modo anche noi degli Angeli che con la loro intelligenza ed il loro amore salgono e scendono sul Figlio dell’Uomo, su Gesù Bambino, Verbo fatto carne!
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