Novembre-Dicembre 2018

Alcune caratteristiche della santità nel mondo attuale Nel cammino della vita, nell’ascesa con- tinua dall’umano al divino, dalla città terre- na alla città di Dio (cfr. Par. XXXI, 37-39) il cristiano oltre a conformarsi alle beatitudini ed alla carità, che riconosce la presenza di Cristo nei fratelli, deve dotarsi spinto dallo Spirito di alcuni mezzi. Prima di tutto è in- dispensabile un appassionato amore per Cri- sto, che ci aiuterà a realizzare i cinque at- teggiamenti che il Papa ci propone 1. Sopportazione, pazienza, mitezza. Se Cristo è la stella polare della tua vita, cercherai di conformarti a Lui anche soppor- tando le inevitabili contrarietà, i difetti, la sottile persecuzione ed emarginazione messa in atto dalla violenza verbale e dalla volgari- tà così diffusa nella società di oggi, soprat- tutto nel mondo della comunicazione e del- l’interscambio digitale, alla quale purtroppo prendono parte anche alcuni cristiani all’in- terno della Chiesa. Risponderai invece al ma- le con il bene, con sopportazione e pazienza senza cedere alla tue personali inclinazioni aggressive, facendo scomparire ogni asprez- za, sdegno, ira, grida, maldicenza con ogni sorta di malignità. Devi rimanere sempre un gentiluomo o una nobildonna, magnanimo e dall’alto sentire anche in mezzo a tanta cat- tiveria, libero dall’egocentrismo, capace di discutere amabilmente, di reclamare giusti- zia in difesa dei deboli. Anche questa è una via per imitare Cristo e crescere nell’unione con Lui, mite ed umile di cuore. Chi fonda la sua vita sull’amore di Gesù e sulla sua parola «Sta come torre ferma che non crolla già mai la cima per soffiar di ven- ti» (Purg. V, 14-15) 2. Gioia e senso dell’umorismo San Francesco con la perfetta letizia, Ja- copone da Todi con il giubilo del cuore, San Filippo Neri con la sua sana allegria, San Tom- maso Moro con il suo umorismo propongono nella loro vita quella « letizia che trascende ogni dolzore » (Par. XXX,42), la letizia che su- pera ogni dolcezza terrena e che viene da Dio. Se la nostra vita cristiana è mesta, inibi- ta e pessimistica significa che qualcosa si è inceppato nella nostra fede. La gioia cristiana non nasce dal consumismo o dal nostro indivi- dualismo, ma ha origine dalla certezza perso- nale di essere infinitamente amati da Dio nel- la vita, nella morte e nell’eternità; è un dono dello Spirito. Essa migliora la qualità del no- stro vivere quotidiano e con sano realismo ci libera da problemi inesistenti, dalle preoccu- pazioni fasulle, dai falsi assilli. In alcuni mo- menti, come avvenne per tanti santi, potre- mo sentirci invasi da questa gioia, che ci fa cantare, che gonfia le vele del nostro animo e ci fa navigare verso l’oceano dell’amore in- finito di Dio. 3. Audacia e fervore L’amore di Cristo ci carica di energia, di slancio evangelizzatore per lasciare un se- gno in questo mondo; il suo Spirito ci dona la « parresia »,che è non solo la libertà di parola, ma la capacità di dire «in quel mo- mento» le parole giuste ai fratelli che avvi- ciniamo o per testimoniare o per correggere o per proporre la nostra fede. È un’audacia che ci spinge nelle periferie, là dove Cristo è già presente: «Vi precederò in Galilea» e la Galilea, terra di periferia, dove dobbia- mo andare per incontrare Gesù, è il luogo teologico e nello stesso tempo reale del no- stro lavoro, della fatica quotidiana, dell’im- previsto, della povertà e della malattia che 3 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 11-12 - Novembre-Dicembre 2018 S p i r i t u a l i t à COMMENTO AL CAP. IV DI GAUDETE ET EXULTATE Padre Giuseppe Oddone, Consulente ecclesiastico nazionale UCIIM

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