Novembre-Dicembre 2018
C aro direttore, una significativa e di- versificata presenza di stranieri nelle nostre città è ormai da decenni un fatto assodato, e noi tutti abbiamo impara- to a rapportarci con lingue, culture, abitu- dini diverse dalle nostre. Soprattutto noi insegnanti che quotidianamente nelle no- stre classi ci confrontiamo con bambini e ragazzi provenienti dalle più lontane parti del mondo. Spesso però di loro sappiamo poco: cosa hanno vissuto prima di arrivare nelle nostre scuole, con quale realtà e quali difficoltà si devono confrontare, che futuro li aspetta? Vorrei condividere con i lettori della rivi- sta l’esperienza della mia sezione di Trieste che, per rispondere a questi interrogativi, ha invitato, lo scorso 11 maggio 2018, il dott. Lucio Prodam, funzionario della Pre- fettura che si occupa proprio di immigrazio- ne, seguendo il percorso dei migranti dalla prima accoglienza all’ottenimento del rego- lare permesso di soggiorno o, possibilmen- te, della cittadinanza. In tema di immigrazione, ha esordito su- bito il dott. Prodam, vanno per prima cosa sfatati i correnti luoghi comuni quali quello che associa lo straniero al povero, o al clan- destino, o ad un temibile concorrente nella ricerca dell’agognato posto di lavoro: sono tutti stereotipi falsi. E lo stesso va detto per il presunto alto tasso di delinquenza o per il preoccupante numero di arrivi. La re- altà è ben diversa: gli stranieri che arrivano da noi sono generalmente ricchi, semplice- mente perché il viaggio costa molto e solo i più abbienti possono permetterselo: è, ad esempio, il caso dell’Afghanistan, paese in cui la guerra è cronicizzata già dal 1870. Gran parte dei rifugiati è ferma ai confini, in Pakistan o in Iran, così come è il Libano il paese che raccoglie il più alto numero di scampati alle guerre in corso in Medio Oriente. Quanto ai numeri, poi, sono assolu- tamente gestibili: in Europa gli stranieri so- no in media 17 ogni 1.000 abitanti ed in Ita- lia 3 su 1.000. Anche nell’anno del massimo arrivo, e cioè il 2016 quando in Italia sono sbarcati 180.000 migranti, sarebbe stato sufficiente che ogni comune ne accogliesse 22 ed il problema sarebbe stato risolto con una integrazione sostenibile. Purtroppo pe- rò su 8000 comuni solo 2700 hanno dato ri- sposta positiva per cui si è dovuto ricorrere ad inserimenti in caserme assegnando a cer- ti territori numeri assolutamente spropor- zionati, da cui le difficoltà. A ciò va aggiun- to che l’Europa non ha accolto il numero di stranieri concordato. A proposito di Europa va purtroppo tristemente registrato che l’unica azione politica unitaria che ha sapu- to fare è fermare gli stranieri pagando la Turchia. Discorso lavoro: dati alla mano, di lavo- ratori stranieri noi abbiamo assoluto biso- gno. Certamente: vi sono casi di stranieri che delinquono, spacciano, che non si inte- grano, vi sono inserimenti riusciti male o falliti, ma molto più numerosi sono i casi giunti a buon fine, specialmente qui a Trie- ste dove ospitiamo all’incirca 900- 1000 stranieri e l’accoglienza è gestita bene: dal ragazzo afghano assunto come cameriere all’ostello della gioventù di Miramare che con i suoi 1.200 euro mensili si sente un uo- mo realizzato perché riesce a mantenere sé 35 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 11-12 - Novembre-Dicembre 2018 Lettere al direttore In questo nuovo spazio della nostra rivista vorremmo aprire un colloquio diretto con i soci. È questo uno spazio di ascolto di vostre esperienze e proposte che volentieri socializziamo per promuovere tra i lettori un produttivo dibattito sui temi affrontati. Le lettere dovranno essere indirizzate a redazione@uciim.it oppure a Redazione La Scuola e l’Uomo, Via Crescenzio 25 - 00193 Roma Trieste, crocevia di accoglienza
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