Novembre-Dicembre 2018
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 11-12 - Novembre-Dicembre 2018 8 tazioni che andrebbero a compensare il calo di quelle verso gli Stati Uniti. Si tratta però di un’arma che difficilmente la Cina decide- rà di usare, per un motivo molto consisten- te: nel 2015 la valuta cinese è stata ammes- sa tra le valute di riserva del Fondo mone- tario internazionale, e il suo utilizzo si è enormemente accresciuto nelle transazioni globali; le principali piazze finanziarie -tra le quali anche Londra e Francoforte- hanno attivato un mercato in yuan. Ciò consente alle imprese cinesi di operare su tutti i mer- cati annullando il rischio di cambio, che in precedenza era molto forte, ma questo rile- vantissimo vantaggio esige una relativa sta- bilità dello yuan, e quindi esclude l’arma della svalutazione. Vorrei infine aggiungere una riflessione, totalmente estranea alla questione dei da- zi, che ha però un significato decisivo per comprendere il rapporto tra Cina e Stati Uniti, anche se di rado se ne tiene conto. Mi riferisco allo stretto di Malacca, tra Suma- tra e la penisola malese, attraverso il quale transita necessariamente il petrolio che dal medio Oriente (soprattutto dall’Iran) deve arrivare in Cina. Questa non può assoluta- mente farne a meno, e i cinesi sono ben consapevoli che nulla potrebbe impedire al- la flotta americana di bloccare lo stretto. Si tratta di un ineliminabile sottofondo della politica cinese verso gli Usa. 2-I fattori che hanno determinato il primato economico degli Stati Uniti Nell’ultimo paragrafo del precedente ar- ticolo, per spiegare il primato economico degli Stati Uniti ho ricordato che sono l’uni- co paese al mondo che non ha mai speri- mentato un potere politico oppressivo e sfruttatore del quale diffidare sempre (an- che oggi, anche dove ha assunto la forma democratica); questo per una ragione stori- ca, perché il paese è nato dall’unione di gruppi di europei che, fuggendo dalle per- secuzioni religiose, costituirono una società cristiana caratterizzata dall’etica prote- stante e calvinista, che tra l’altro considera il successo nell’attività economica come un segno della grazia divina, ed è quindi favo- revole alla ricerca del profitto. Inoltre es- sendo tutti i rappresentanti del potere, ad ogni livello, eletti dai cittadini e da loro re- vocabili, c’è verso di essi un sottofondo di fiducia che rende più facilmente accettabili le decisioni prese nell’interesse generale dell’economia e del paese, anche quando impongono sacrifici, decisioni che invece in Europa e in tutto il mondo suscitano resi- stenze e proteste proprio perché negli altri paesi non c’è (e non può esserci, date tutte le esperienze precedenti) quel sottofondo di fiducia in chi esercita il potere. Oltre alla considerazione delle sue radici storiche, è necessario esaminare l’intreccio di fattori che hanno determinato e determi- nano tuttora la forza del sistema economico degli Stati Uniti; ho suddiviso questi fattori in due gruppi, indiretti e diretti: i primi so- no fattori in senso lato culturali e politici, che creano un clima sociale favorevole al- l’attività dei fattori che più direttamente incidono nel processo economico. (Natural- mente la distinzione è tutt’altro che rigida, e in molti casi è incerta l’attribuzione di un fattore all’uno o all’altro gruppo: si tratta di una suddivisione utilizzata esclusivamen- te a fini espositivi). 2a-Fattori indiretti della forza del siste- ma economico degli Stati Uniti La maggiore fiducia nei governanti non si accompagna negli Stati Uniti alla pretesa, tipicamente europea, che siano essi a dover risolvere tutti i problemi . Oltre un secolo e mezzo fa il genio di Tocqueville aveva per- fettamente individuato questo carattere della nazione americana : «Tocqueville arrivò nello Stato di New York, e poi si recò in Canadà, dove si rese conto che la gente era apparentemente la stessa perché parlava inglese, ma era diver- sa . Da questa parte del confine si organiz- zava spontaneamente e faceva i suoi affari . Dall’altra parte aspettava che fosse il go- verno a fare qualcosa » (9) . (9) J . F ONTE , citato da E . P EDEMONTE , «L’Espresso», 27-11-2003 .
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