Novembre-Dicembre-2013
13 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXX - Numero 11-12 - Novembre-Dicembre 2013 le Relazioni TRa poliTica ed eTica in polonia Malgorzata Wojciechowska, Consigliere SIESC T utte le gravi questioni che si eviden- ziano nella polonia contemporanea sono correlate al tempo che precede e segue la caduta del comunismo, nel 1989. le relazioni fra politica ed etica (la maniera d’agire dei politici secondo i valori che essi professano oggi) si impostano allo stesso modo. si possono distinguere due atteggia- menti: - l’apprezzamento della superiorità delle norme morali rispetto alle norme politiche, a dimostrazione che il politico è fedele ai suoi principi morali; - l’apprezzamento della superiorità della politica sulla morale, a testimonianza della prevalenza dell’interesse politico. alla fine della seconda Guerra mondiale, nel 1945, la polonia si è trovata nella zona d’influenza dell’unione sovietica. Formal- mente indipendente, era in realtà un paese che doveva sottomettere la sua politica a quella del cremlino. in breve il partito si è trasformato da partito dominante in partito monopolistico. due piccoli partiti, che rap- presentavano in teoria gli agricoltori e gli intellettuali, non avevano diritto di parola. Tutta la società doveva esprimere la sua condivisione degli ideali professati dai co- munisti e la propria amicizia con il nostro Vicino dell’est. ufficialmente la vita quotidiana era re- golata dalla condivisione, ma, di fatto, un gran numero di cittadini non condivideva quel punto di vista. Guardando quella situa- zione a distanza di circa 25 anni, si vedono i gravi danni che essa ha prodotto dal punto di vista morale, nel mezzo secolo della sua durata. coloro che erano al potere, benché fossero polacchi, erano visti da quella certa parte della società, come «loro», una spe- cie di stranieri ai quali bisognava opporsi. le leggi che essi stabilivano erano percepite come «inflitte» ai cittadini e allora si po- teva disattenderle o piegarle alle proprie esigenze. ogni attività politica, ma spesso anche l’attività professionale, dipendeva da una dichiarazione di fedeltà alla linea ufficiale del partito al potere. ogni carriera, politica, professionale, artistica dipendeva da una di- chiarazione di fedeltà di questo tipo. le per- sone che dichiaravano un’altra ideologia, e soprattutto quelli che non lo nascondevano, non potevano contare su un avanzamento o su un appoggio: al contrario, potevano per- dere facilmente il proprio impiego. Questo ha portato ad una realtà nella quale, quando per esempio si parlava del regime, della sto- ria contemporanea della polonia o della re- ligione, ufficialmente ci si professava diversi da come ci si manifestava in famiglia o tra amici. ma questo comportamento era ri- schioso, perché i servizi di sicurezza cerca- vano di avere dappertutto collaboratori che controllassero la vita privata dei cittadini. alcuni che professavano un tipo di pensiero diverso da quello ufficiale, ma che volevano seguire la carriera politica, spesso ricusa- vano apparentemente le proprie convinzioni e vivevano poi nell’ipocrisia e nella menzo- gna. per contro, c’erano dei casi in cui delle persone, membri del partito o dei servizi di sicurezza, esercitavano in segreto le loro pratiche religiose, andavano lontano da casa per sposarsi in chiesa, per battezzare i pro- pri figli o per prepararli alla prima comu- nione. ma c’erano anche, purtroppo, dei casi i cui, approfittando della situazione, qual- cuno strappava a preti ignari informazioni delicate e li registrava poi nelle liste dei col- laboratori. dopo la vittoria riportata da solidarność ( Solidarietà ) nel 1989 e dopo il ritorno dal regime alla democrazia, tutta la situazione
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