Novembre-Dicembre-2013
XXXiX LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXX - Numero 11-12 - Novembre-Dicembre 2013 mo sviluppo secondo le leggi proprie alla loro natura; 2) che nella determinazione del tributo an- che se diretto a fini extra-fiscali sia sempre sal- vo il principio dell’uguaglianza e della generali- tà, sia in senso assoluto, in quanto individui che si trovano in uguale condizione siano ugualmen- te soggetti all’imposizione, sia in senso relativo, in quanto l’imposizione di individui che si trova- no in diverse condizioni sia graduata in ragione di tale diversità. 94. dovere tributario. È dovere morale, ol- tre che giuridico, di soddisfare alle imposte esattamente, entro i limiti fissati dalle leggi: l’evasione tributaria contrasta a tale dovere e deve essere condannata. la legge non deve pe- rò, nell’ordinamento del tributo e soprattutto nella fissazione delle aliquote, essere ispirata al pensiero che le evasioni sono inevitabili ma deve stabilire aliquote giuste e provvedere ad accertamenti regolari. in caso contrario l’ipo- crisia del legislatore giustifica l’evasione e l’inadempienza del contribuente e mette in pericolo l’ordinata disciplina del tributo, che viene sopportato in misura diversa dai contri- buenti onesti o timidi e da contribuenti scaltri o poco coscienziosi. le sperequazioni che na- scono in tal modo tra contribuente e contri- buente inficiano nella sua applicazione qualsia- si piano, per quanto ben congegnato, di distri- buzione delle imposte. VII -Vita Internazionale 95. sviluppo internazionale delle forze socia- li. la maggior parte degli interessi dal cui com- plesso nasce la vita sociale hanno natura e ca- pacità di svolgimento che superano l’ambito delle realtà nazionali e dei singoli stati e posso- no trovare piena applicazione o appagamento solo in soluzioni conformi alla loro natura e cioè di carattere internazionale. per conseguenza le forze sociali che provvedono a questi interessi sono per loro natura libere di dare vita a forme di organizzazione internazionale nelle quali i vari popoli possano comunicare in una libera esperienza comune, la quale costituisce il primo passo per la creazione di una vera comunità in- ternazionale. 96. la comunità internazionale delle forze sociali. la creazione di una vita comune inter- nazionale operata attraverso la cura e la gestio- ne di interessi comuni ai vari popoli è la pre- messa ed il supposto indispensabile per la for- mazione di una società politica internazionale avente per finalità la armonia e la solidale e or- dinata convivenza di queste libere forze e la lo- ro azione comune e quindi la creazione di un vero e non fittizio o formale ordine giuridico che subordini o conformi la politica degli stati alla superiore esigenza della comune vita dei popoli. solo e soprattutto con la formazione di questa libera società internazionale delle forze sociali nella piena espansione della loro natura, potrà essere superato effettivamente e nella re- altà storica il falso dogma della sovranità asso- luta dello stato, fonte e premessa di ogni ingiu- stizia e di ogni violenza internazionale e ragione precipua delle crisi e dei fallimenti avvenuti in tutti i tentativi di organizzazione di una comu- nità internazionale. 97. Fondamenta, morale e principi dell’ordi- ne internazionale. secondo l’altissimo monito di pio Xii «il nuovo ordinamento che tutti i popoli anelano di vedere attuato, dopo le prove e le rovine di questa guerra, ha da essere innalzato sulla rupe incrollabile ed immutabile della legge morale. una legge morale la cui osservanza de- ve venir inculcata e promossa dall’opinione pubblica di tutte le nazioni e di tutti gli stati con tale unanimità di voce e di forza, che nes- suno possa osare di porla in dubbio o attenuarne il vincolo obbligante». Tale suprema legge morale della vita inter- nazionale si concreta nei seguenti principi fon- damentali dettati da pio Xii: 1) deve essere assicurata la libertà, l’integri- tà, l’indipendenza di tutte le nazioni, quale che sia la loro estensione territoriale e la loro capa- cità di difesa: la volontà di vivere di una nazio- ne non deve mai corrispondere alla sentenza di morte per un’altra; 2) deve abbandonarsi il funesto principio che i rapporti internazionali siano rapporti di forza, che la forza crei il diritto e che Futilità sia la base e la regola dei diritti e della politi- ca delle nazioni. deve invece subentrare il ri- conoscimento della solidarietà giuridica ed economica e della collaborazione fra le nazio- ni, fatte sicure della loro autonomia e della lo- ro indipendenza. Tale riconoscimento comporta la definitiva rinuncia a sistemi e pratiche che mirino a diffondere l’odio fra i popoli, rappre- sentando le altre nazioni sotto una luce falsa e oltraggiosa; 3) tenendo conto delle esperienze del passa- to e delle loro lacune e deficienze, occorre dar vita ad adatte istituzioni internazionali, che sappiano acquistarsi il generale rispetto, mirino ad organizzare in molteplici forme la necessaria cooperazione che nasce dalla solidarietà e dalla interdipendenza fra i popoli, servano a garanti-
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