
Anna Bisazza Madeo, Consigliera nazionale emerita UCIIM
È questo il termine sotteso al concetto di profondo rinnovamento ed alla filosofia del progetto ministeriale «FUTURA» che ci suggerisce come imparare ad abitare il mondo in modo nuovo.
Papa Francesco ripetutamente ci ricorda che il nostro tempo non è un’epoca di cambiamenti ma un cambiamento d’epoca, invitandoci al discernimento.
Si può facilmente fare un parallelo con il periodo post-bellico con cui si concluse il ventennio fascista, un periodo in cui lo Stato andava totalmente rifondato, la società ricomposta e ricostituita, il vivere civile riorganizzato. In quegli anni sorsero o furono rianimate varie forme associative anche giovanili.
L’UCIIM, su ispirazione e con l’impegno tenace di Gesualdo Nosengo, fu tra le prime con una specificità: la formazione culturale, morale, spirituale e soprattutto professionale, per operare con serietà e competenza nell’ambito educativo delle nuove generazioni cui era demandata l’edificazione del futuro.
L’UCIIM sin dalla sua fondazione, 18.06.1944 (Roma era stata liberata i primi di giugno), ha posto grande attenzione alla formazione degli insegnanti sia universitaria che in servizio, sia sotto l’aspetto disciplinare che per quello metodologico e didattico.
Oggi il profilo del docente è più complesso, poiché richiede un numero di competenze più vasto e articolato, per cui la formazione va affrontata con coerente sistematicità ed esige approfondimenti.
Mi sono posta un problema: negli ultimi decenni si è parlato di aggiornamento professionale, mentre oggi si insiste sul termine formazione. A mio parere la formazione è la preparazione di base che va periodicamente e permanentemente aggiornata, ma, in questo momento contingente e di cambiamento d’epoca, credo vadano formati una nuova “forma mentis” e un inedito «modus operandi» che utilizzi parzialmente sapere e competenze pregresse e si apra all’inconsueto, a diverse modalità di relazione, di comunicazione, di apprendimento e, quindi, di insegnamento.
È urgente realizzare una riforma scientificamente fondata e lungimirante della formazione iniziale e continua degli insegnanti per realizzare gli obiettivi di transizione digitale fissati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (programma Next Generation EU), ma è necessaria una visione strategica di tutto il sistema educativo, evitando interferenze improprie.
Cesarina Checcacci, già nel 1977 a proposito di aggiornamento scriveva: «Non saremo certo noi a negare la necessità di prendere in esame i problemi sociali e di riflettere sulle linee di sviluppo o di mutamento della società; né rifiutiamo per principio il diritto a chicchessia di avviare un discorso culturale nella libertà, ma consideriamo inaccettabile la «colonizzazione» della professione docente o la pretesa di espropriarla di una autonoma iniziativa in ciò che è il suo più significativo diritto-dovere».
Negli anni e senza interruzione di continuità, l’Unione ha posto attenzione allo sviluppo della professionalità dei docenti e a rinnovare la loro formazione, attraverso una politica organica e uno sviluppo di interventi, interpretando il senso della storia. In questo momento particolare, la professionalità docente non potrà affrontare le proprie gravose responsabilità se non sarà capace di intercettare l’uomo e la sua realtà, di conoscere le conquiste delle scienze non solo umane e delle loro applicazioni, di decodificare e utilizzare nuovi linguaggi.
Molti profeti di sventura blaterano che la nostra scuola va sempre peggio e che i giovani di oggi sono dissennati ed irresponsabili; noi da cristiani, muniti di quella speranza che non delude, non possiamo non evidenziare che proprio nel momento cruciale della pandemia la scuola ha tenuto duro e i docenti hanno fatto di tutto per fronteggiare le notevoli difficoltà e raggiungere al meglio i propri studenti; per quanto riguarda i giovani dovremmo poi considerare il contesto deprivato di valori che li circonda, che noi adulti abbiamo preparato per loro, e come essi non rispondano a sollecitazioni banali e ripetitive ma esigano attenzione, ascolto, stimoli forti e significativi per destare il loro entusiastico impegno.
Occorre allora mettere insieme tutte le energie valide e responsabilizzare in particolare coloro che hanno scelto l’educazione come impegno prioritario, affinché si prodighino seriamente in quest’opera di notevole portata umana e civile, recuperando senso sociale, spirito di corpo, desiderio di formazione adeguata ai bisogni.
Nella storia della pedagogia l’ideale greco della paideia si è poi identificato con quello latino di humanitas, tradotto in tempi più recenti nel personalismo cristiano. «Una Scuola per l’Uomo» è il motto proclamato anche dal titolo della nostra rivista; per realizzarla è richiesta una professionalità qualificata strettamente connessa con le finalità specifiche e la capacità di individuare metodologie e tecniche con consapevolezza.
La formazione e l’UCIIM
Durante l’impegno di 15 lustri, l’UCIIM ha accompagnato e sostenuto la scuola italiana con studi, ricerche e sperimentazioni preliminari e contestuali alle varie riforme che hanno segnato lo sviluppo sociale del nostro Paese. Non si ravvisa discontinuità alcuna nel servizio di formazione e di aggiornamento delle generazioni di docenti e dirigenti, alzando il tono accorato di preoccupazione in contingenze particolari, ponendo l’attenzione ad una «precisa deontologia professionale ancorata a scelte fondate su valori etici, costituzionali, democratici, partecipativi, politici».
In questi ultimi anni il Ministero ha palesemente posto l’accento sulla necessità di una più adeguata qualificazione del personale dell’istruzione. La L. 107 del 13.07.2015, al comma 124 dell’unico articolo che la costituisce, pone come uno dei punti più importanti la «formazione in servizio» dei docenti definendola «obbligatoria, permanente e strutturale» e, pertanto, come funzione fondante della professionalità docente. La Legge asserisce che le attività formative «sono definite dalle singole istituzioni scolastiche in coerenza con il piano triennale dell’offerta formativa e con i risultati emersi dai piani di miglioramento delle istituzioni scolastiche». Esse sono un diritto-dovere e costituiscono un importante strumento di crescita finalizzata alla promozione della cultura dell’innovazione sostenendo progetti di ricerca e di sperimentazione. Sarebbe utile lo svolgimento dei compiti connessi con la funzione di docente e con l’organizzazione scolastica, con padronanza consapevole e deontologia professionale, merita di essere valorizzato. Si spera che questo possa essere il riferimento per le previste figure di sistema che aprano anche una possibilità di carriera.
Per motivare e aumentare la produttività anche con nuove competenze richieste dal contesto sociale in rapido mutamento, l’UCIIM, soprattutto a livello periferico, si è impegnata nell’organizzazione di corsi, seminari, workshop, laboratori, webinar rivolti a docenti e dirigenti, sperimentando e utilizzando negli ultimi anni le modalità on-line. A livello nazionale, previ periodi di opportuna formazione, è stato istituito un Albo formatori per rendere anche un servizio alle scuole di tutto il territorio nazionale. I Corsi propriamente UCIIM, moltissimi gratuiti, organizzati conformemente alle indicazioni ministeriali, sono stati in gran parte inseriti sulla piattaforma S.O.F.I.A.
Nel periodo di pandemia, malgrado le limitazioni, abbiamo incrementato i mezzi tecno-digitali con piattaforme e aule virtuali, oltre ad usare modalità più rapide di comunicazione quali skype, cisco webex, ecc. Nei circa 400 corsi e seminari realizzati in questi ultimi anni, per lo più on-line, tante sono state le tematiche affrontate per sostenere e stimolare la professionalità dei docenti e dei dirigenti, per incentivare l’auto-consapevolezza e l’esercizio del pensiero positivo. Con preferenza sono stati trattati problemi di relazione e comunicazione, di inclusione, di cittadinanza con specifico riferimento all’educazione civica, di ecologia e sostenibilità in coerenza con l’Agenda 2030, di innovazione pedagogico didattica, di valutazione, di nuovi linguaggi anche multimediali e di codificazione di messaggi vari, di creatività a largo raggio, di valori recuperabili anche in espressioni artistiche e storiche delle nostre città e delle nostre tradizioni, e ancora approfondimenti disciplinari di genere sia umanistico che scientifico.
Quasi tutte le Regioni hanno presentato proposte che sono state in gran parte approvate, pubblicizzate e realizzate.
L’UCIIM e la formazione futura
Il presente richiede una taratura delle attività, per una risposta puntuale alle indicazioni del PNRR e del programma FUTURA per una scuola di domani, per «un sistema di istruzione più innovativo e inclusivo». In attesa del Piano Nazionale per la Formazione dei Docenti in servizio (P.N.F.D. 2022/23), che dovrebbe essere emanato a breve, sarebbe utile conoscere in particolare il Capo VIII, art. 44 del D.L. 30 aprile 2022 convertito nella L. n. 79/2022.
Come UCIIM nazionale abbiamo in programmazione un aggiornamento dell’Albo formatori, sia in relazione alle professionalità presenti sia come arricchimento ed implementazione degli indicatori di formazione. Bisognerà affrontare le sfide del futuro garantendo ai giovani un diritto allo studio comprensivo delle competenze digitali atte a inserirli in un contesto sconosciuto a noi adulti, prevedendo le abilità necessarie a risolvere problemi di eguaglianza sociale e di ecosostenibilità che il futuro indubbiamente presenterà. La consapevolezza dei diritti e ancor prima dei doveri di cittadinanza deve costituire un germe che possa svilupparsi a pieno con razionalità, creatività e sequenzialità. Mirare a obiettivi così elevati richiede agli educatori una seria autocritica, una riflessione aperta e profonda sulla difformità di vedute e sulla diversità di linguaggi e di modalità di comunicazione tra generazioni diverse. Naturalmente sarebbe inopportuno, ed è deleterio nei casi riscontrati, voler in ogni caso rincorrere atteggiamenti giovanilistici: i giovani hanno bisogno di punti di riferimento, di persone autentiche, di ascolto, di proposte di senso, di valorizzazione per sentirsi responsabilmente protagonisti. La Scuola allora dovrà articolare curricoli in risposta alle esigenze provenienti dal sociale; a docenti e dirigenti è richiesta, oltre alla padronanza delle discipline d’insegnamento, una formazione pedagogica e didattica rinnovata che consenta con nuove modalità digitali e forme linguistiche la promozione di competenze e cultura nell’ambito di una didattica di alta qualità.
Da una indagine realizzata ultimamente alla base della nostra Associazione emerge l’interesse per la formazione continua, ritenuta di grande importanza per lo sviluppo professionale e di carriera, con preferenza per la modalità on line e privilegiando le seguenti tematiche:
Nuove metodologie didattiche collaborative e inclusive: didattica multimediale, realtà aumentata, robotica… connesse con l’approfondimento delle discipline degli assi storico- sociale (con particolare attenzione alla Costituzione ed ai suoi valori), linguistico (specie multimediale), scientifico e matematico (con priorità per l’informatica). (Docenti della secondaria di 2° grado).
Nuove metodologie didattiche collaborative e inclusive: didattica multimediale, realtà aumentata, robotica… connesse con l’approfondimento delle discipline; difficoltà dell’apprendimento in situazione di disabilità e inclusione scolastica; percorsi di Educazione civica; didattica integrale per nuovi ambienti di apprendimento; integrazione della media education con la disciplina IRC (Docenti 1° ciclo).
Gestione delle emozioni; nuove metodologie didattiche collaborative e inclusive; pratiche innovative con le tecnologie didattiche; sviluppo del pensiero computazionale con il coding (Scuola dell’infanzia).
I dirigenti ritengono utile la formazione dei docenti sulla progettazione di unità di competenze, sulla didattica digitale, sul curricolo verticale, sull’ambito scientifico-matematico, sull’ambito linguistico, per la Scuola secondaria e primaria, mentre per la Scuola dell’infanzia ritengono sia utile una formazione sui processi educativi e didattici sistema integrato 0-6, sulla gestione delle emozioni, sul curricolo verticale, sulla didattica digitale.
La formazione dei DS richiede un ambito interculturale ampio e l’acquisizione di competenze comunicative in più registri anche per instaurare rapporti di interscambio con altri paesi europei e/o internazionali. Naturalmente è imprescindibile la conoscenza del contesto sociale e una indagine sempre aggiornata sulle risorse del territorio in cui si opera e sui prevedibili sviluppi.
«Nuove competenze e nuovi linguaggi» è il macro obiettivo indicato dal Ministero per la formazione di tutto il personale scolastico. Pertanto, nell’ambito delle azioni del PNRR, mette a disposizione la piattaforma «Scuola futura» con tre aree di sviluppo: Didattica digitale integrata, STEM e multilinguismo, Riduzione dei divari territoriali per potenziare gli apprendimenti e prevenire la dispersione scolastica.
Un segno di coerente attenzione al digitale si legge nella circolare emanata il 20.12.2022 dal Ministro Valditara sull’uso dei telefoni cellulari e di altri dispositivi elettronici in classe utili solo a fini didattici, negli altri casi non sono previste ulteriori sanzioni disciplinari ma c’è l’invito alla responsabilità e al «rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza…».
Contemporaneamente si rende urgente che il Ministero dell’istruzione e del merito adegui le strutture scolastiche alle nuove esigenze didattiche e funzionali in generale, potenziando i laboratori e dotando gli ambienti e le aule didattiche delle necessarie tecnologie digitali. Ciò appare un fattore chiave per favorire l’innovazione metodologica.
Su questa linea, in via preferenziale sarà orientata la nostra attività formativa, senza trascurare, tenendo anzi in prima istanza l’attenzione per i giovani docenti neo assunti o che aspirano ad entrare nella Scuola e sono ancora piuttosto ignari della realtà cui vanno incontro e generalmente inconsapevoli dei compiti specifici da affrontare. «Gli assi strategici condivisi a livello europeo (digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale) devono avere un’anima, un filo rosso. Una cura preliminare non va mai trascurata, specie in questo tempo in cui si rincorrono tecnologie avanzate di cui si ignorano gli esiti: la formazione, la vita, il futuro sono dell’uomo e per l’uomo, non si può parlare di RI-GENERAZIONE se si dimentica la persona umana nella sua essenza, con l’aspirazione alla felicità e con i suoi precipui orizzonti metafisici.
È più che mai valido quanto scriveva nel 1996 Cesarina Checcacci: «Solo una antropologia personalista può introdurre all’attenzione per gli aspetti più significativi, non transeunti, dell’uomo il quale non è un fascio di reazioni, né un essere determinato solo dall’esterno, ma un soggetto che non può non vivere di libertà, di slancio verso il futuro, di amore per gli altri, di capacità di autodeterminazione e di progettualità.»
L’UCIIM può costituire luogo di incontro ove, rompendo vecchi schemi, ci si aiuta a crescere, essa è di certo un ponte privilegiato per accedere ad una professione impegnativa e di responsabilità civica e sociale con ricadute produttive per l’intero Paese, nonché in ambito europeo e oltre.