Sorella Quaresima
Come di buona consuetudine si è svolto in Webinar venerdì 15 marzo a cura dell’UCIIM Puglia e UCIIM Calabria un momento di spiritualità e di riflessione sulla Quaresima, guidato da don Giuseppe Ruffo e Fra Onofrio Farinola.
Un incontro interessante, partecipato e coinvolgente con tanti soci Uciim, attenti e motivati.
La Quaresima è stata sottolineata fondamentalmente come “metànoia”, tempo di conversione profonda, radicale, con la testa e il cuore, a 360 gradi. Sì, perché Gesù non fa sconti a nessuno. Egli non è un mercante o un barattiere. A chi gli dichiara la sua fedeltà e la dimostra con sincerità, Egli dichiara: “Oggi sarai con me”. Non tollera rimandi; e non rimanda mai nessuno a casa a mani vuote.
Allora non aspettiamo il momento dei saldi, perché il “regno di Dio” non è in svendita. Don Giuseppe, infatti, ha esplicitamente trattato il “rimando”, la pigrizia come un vero e proprio “virus” spirituale. E’ necessario, invece, ritagliarsi un proprio spazio, un proprio tempo per la preghiera che si sviluppa e cresce soprattutto con l’adorazione eucaristica. Perché preghiera ed eucarestia sono complementari e interfacciate: sono il cibo quotidiano per il cristiano autentico che non aspetta le svendite. Ma in questo viaggio quaresimale per giungere alla felicità pasquale dobbiamo avere degli indicatori, quale segnaletica di direzione. Innanzitutto il digiuno: l’uscire fuori da se stessi per guardare con gli occhi di Dio verso gli altri: i poveri, gli scartati, gli abbandonati soli. Ciò significa abbandonare una certa “cultura” dello scarto oggi dominante e che va prendendo sempre più piede anche nei giovani, nei ragazzi, come si evince dai tanti discorsi nelle aule didattiche. Occorre alzare lo sguardo verso l’alto per implementare la cultura dell’amore, della vicinanza, dell’incontro, del dialogo costruttivo.
Ma c’è di più. Il digiuno in concreto significa, per dirla con Papa Francesco, digiuno dai pettegolezzi, dalle chiacchiere, dalle maldicenze, dalle falsità che diventano pietre contro gli altri. Allora il vaccino efficace è l’elemosina, la carità di segno tangibile verso gli altri. Risparmiare per donare; togliersi qualcosa di proprio per offrirlo agli altri, come l’obolo della vedova nel Tempio di Gerusalemme. La carità, infatti, non è fanatismo, ma agisce in segreto e in semplicità. Per questo la Quaresima non è il tempo della malinconia; ma il tempo per riaccendere l’amore per Dio, per la bellezza del Creato. E’ la conversione ecologica di cui parla la Chiesa, il cambiamento radicale degli stili di vita dell’uomo moderno: la malinconia, la tristezza, l’angoscia, la diffidenza, l’indifferenza, per assumere gli stili di vita del Vangelo; la misericordia, la compassione, la prossimità agli altri. Essere cristiani autentici, innamorati di Dio, della sua Parola, della sua Voce declinata nelle parole e nei gesti del Figlio. La Quaresima diventa, quindi, una missione per scoprire l’amore di Gesù Cristo, l’amore verso il prossimo, l’amore verso il creato: è questo il vero viaggio della Quaresima. Chi non ha mai incontrato determinate difficoltà nella vita? Chi non ha mai avuto dubbi? Tentazioni? Chi non ha mai attraversato momenti difficili? L’unica soluzione è mettersi in “cammino” per andare da Lui, con rispetto e amore. Anche la sua ombra può salvarci, come quando il sole fa germogliare i fiori o come quando la pioggia rende fecondi i semi appassiti. E’ Cristo la Via e la Vita!
L’incontro si è animato sulla riflessione di Fra Onofrio: la Sorella Quaresima, il nuovo testo da lui elaborato sulla spiritualità francescana e che trova riscontri significativi nella Enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco. Significativi i titoli delle riflessioni quotidiane: Fratello Sole, Sorella Acqua, Fratello Vento, Sorella Autorità, Fratello Sogno, ecc.. Tutti ben inseriti in un tempo di ecologia integrale: conversione ed ecologia richiamano la conversione verso Dio, verso gli altri e verso il creato, che è la “firma” di Dio, richiamando il testo della Genesi dopo la creazione: “Dio vide che era una cosa bella”. Il creato diventa un “libro aperto”, dove c’è l’opera di Dio.
Da questa posizionalità spirituale scaturisce il rispetto, l’amore francescano verso la natura che ci porta a Dio. Il creato non fine a se stesso; ma compagno di viaggio, dove il vento, il sole, il sogno diventano fratelli, l’acqua e l’aria sorelle. Attraverso il creato raggiungiamo il nostro prossimo, instaurando relazioni felici con le caratteristiche della comprensione, della tenerezza, della gentilezza. Il creato non è l’ecologismo, ma è la “Casa comune” di Papa Francesco, dove si intrecciano relazioni vitali e umane, dove l’uomo incontra le “bellezza” della natura, dei paesaggi, degli animali, della campagna ordinata e fiorita. Anche la “Quaresima francescana” si immette, vive nella natura più vera, più verde: quella di La Verna, di Greggio, di San Damiano, di Assisi: luoghi dove la natura si identifica con la spiritualità semplice, vera che ci fa vivere relazioni sane, gioiose con gli altri e con tutto il creato. Del resto lo stesso Signore ha assunto la natura per incontrare l’uomo, come ampiamente sostenuto non solo da San Francesco, ma anche da Sant’Agostino, San Tommaso, Sant’Anselmo e i tanti Padri della Chiesa.
Per questo interessarsi alla “cura” del creato, della natura non è un optional, ma fa parte della fede del cristiano; aiuta a ricercare nuovi stili di vita, di rispetto, di relazioni sociali positive. Non possiamo lasciare le cose come stanno: la stessa pandemia che stiamo vivendo ci esorta a questo. Lo spirito della Quaresima ci chiama al cambiamento radicale, al rinnovamento integrale a cominciare da ognuno di noi educatori per essere dei veri “testimoni” tra i nostri studenti, che ci osservano e ci guardano se veramente cambiamo gli stili di vita della nostra quotidianità.
In conclusione: meravigliosa, affascinante la lettura della meditazione del giorno su: “Fratello Sogno”. Il sogno è fondamentale nella spiritualità cristiana, ma anche nella realtà di ciascuno di noi, perché ci aiuta ad una visione ad ampio respiro, ad ampio raggio. E’ sempre positivo, dà fiducia; ci sostiene nell’affrontare con coraggio le problematiche della vita quotidiana e nell’evitare con forza le tentazioni che si presentano. E’ un balsamo salutare, perché ci fa gustare la bellezza del creato e delle persone, dei paesaggi stupendi, degli incontri arricchenti, con la genuina voglia di creare “intese” con se stessi e con gli altri. Chi sogna è bello; e sogna chi è bello! I sogni sono affidabili compagni di viaggio durante tutto l’arco della nostra vita. Non possiamo liberarcene, sono, come scriveva Carlos Castaneda, “un varco verso l’infinito”. Una porta che possiamo chiudere e modellare socchiudendola o aprendola per far affiorare quello che siamo stati, ciò che siamo e quello che diventeremo. Essi ci insegnano sempre qualcosa, ci suggeriscono strade da percorrere e, se noi lo vogliamo, non ci perseguitano. Se li incontriamo e li utilizziamo sapientemente, ci aiutano a crescere. I sogni non dividono, non separano, pur essendo unici, irripetibili, diversi, come del resto gli esseri viventi, in qualsiasi angolo del mondo. Ci accomunano, ci avvicinano, ci rendono simili. Così possiamo essere anche grandi “sognatori” per un futuro migliore; sognatori che sanno guardare “oltre”; sognatori che sanno evitare la tristezza, l’apatia, la tiepidezza, l’indifferenza del momento. Sognatori che sanno intraprendere il cammino del cambiamento migliorativo; che sanno coltivare il gusto della “bellezza” di Dio, del creato e dell’uomo.
In definitiva non basta dire “voglio”; bisogna imparare a dire “faccio”. Liberiamoci dalla tentazione del quieto vivere: è il senso della vera quaresima.
E come non pensare alle ultime Encicliche di Papa Francesco: Laudato Si’ e Fratelli tutti!
Nicola Cutrone