Comunicato stampa audizione delegazione UCIIM del 18 gennaio presso le Commissioni del Consiglio regionale
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L’UCIIM Puglia, preoccupata dalla monotematicità del Disegno di legge regionale n.253 del 14.11.2017, “Norme contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere”, garanzia che avrebbe invece voluto vedere estesa anche a tutte le altre discriminazioni quotidianamente consumate, ha chiesto di essere audita dalle Commissioni consiliari che si stanno occupando dell’approvazione della legge.
L’audizione si è svolta il giorno 18/1/2018 ed ha riguardato l’art. 3 del D.d.L., che vorrebbe la Regione impegnata “finanche” ad organizzare interventi formativi nelle scuole, rivolti a docenti, genitori e studenti, sulla tematica oggetto di tutela.
Si è evidenziata la incompetenza della Regione, per dettato costituzionale, a gestire la formazione dei docenti delle scuole pubbliche, competenza spettante allo Stato, che nello specifico argomento in esame ha già offerto alle scuole ampie ed esplicite direttive contenute nel “Piano Nazionale per l’educazione al rispetto” ispirato ai principi dell’art. 3 della Costituzione, di cui fanno parte le Linee guida: “Educare al rispetto: per la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione”, e le “Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo”, in attuazione della Legge 71/2017.
Inoltre, si è fatto rilevare che la prevista istituzione nelle scuole, di punti di ascolto di studentesse e studenti, deve essere preventivamente deliberata dagli OO.CC. di Istituto, stante l’autonomia scolastica che è principio di rilevanza costituzionale, non superabile con la previsione, contenuta nel testo del D.d.L., di un coordinamento con l’U.S.R., tenuto esso stesso al rispetto dell’autonomia delle scuole.
Si auspica che tali precisazioni possano servire ad evitare l’approvazione della legge nel testo attuale che, invadendo campi di competenze assegnati dalla Costituzione ad altri soggetti istituzionali, diventerà subito passibile di impugnative dinanzi alla Corte Costituzionale, con le conseguenze di un ingiustificato dispendio di risorse pubbliche e di un inopportuno aggravio di conflittualità istituzionale.
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