Giubileo della Misericordia per la “CURA DELLA PERSONA”
Discorso a cura della Presidente Regionale Uciim Puglia
Saluto e ringrazio gli intervenuti per la loro partecipazione, ma vi invito tutti a pregare nel prosieguo della cerimonia anche per tutti coloro che pur raggiunti dalla notizia, non hanno potuto prendere parte a questa celebrazione per ragioni varie e che si sono pertanto raccomandati di portarli con noi nel cuore!
In via preliminare voglio sintetizzarvi com’è nata la mia passione per l’UCIIM.
In più regioni d’Italia dove ho lavorato da Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, ho incontrato questa Associazione e ho sempre apprezzato la serietà professionale e la qualità morale dei suoi associati e rappresentanti, fino all’ultimo Congresso Nazionale svoltosi a Tivoli nel 2013 nel corso del quale ho tenuto una relazione sullo stato delle riforme della scuola, richiestami per l’appunto dalla Presidenza Nazionale dell’UCIIM, nella funzione rivestita all’epoca di Capo Dipartimento per l’Istruzione del MIUR.
In quella occasione ho avuto la possibilità di un contatto più prolungato ed ho scoperto che ci accomunavano due passioni: la Scuola e la Parola di Gesù, che ho sempre letto e meditato, sforzandomi di osservarla, ma che poi ho riscoperto negli scritti, poesie, preghiere di Gesualdo Nosengo che ha fondato l’UCIIM nel 1944.
E poiché sono fermamente convinta che nulla avviene per caso, ma che tutto è preordinato nel progetto che il Signore ha per ciascuno di noi, pur lasciando la libertà di scelta, ho cominciato a frequentare questa associazione, a lavorare con loro, ad entusiasmarmi nel poter donare la competenza accumulata in tanti anni di carriera ad una giusta causa: aiutare la scuola italiana e in particolare pugliese, ad essere adeguata ai tempi e alle attese, contando soprattutto sugli operatori scolastici che non si vergognano di dichiarare la loro appartenenza cristiana ma anzi ne fanno un vanto, considerandola una marcia in più.
Maturare questa scelta e poi comportarsi di conseguenza, è stato un tutt’uno.
Sul mio cammino poi ho incontrato tanti Angeli che hanno reso il mio passo leggero e spianato la strada da percorrere, e che mi hanno ulteriormente convinta che il mio impegno in questa Associazione è VOLONTA’ DEL SIGNORE, era scritto nel Suo Progetto per me.
E chissà che per una volta io non riesca davvero a fare la scelta giusta e a conseguire qualche bonus per la mia vita ultraterrena!!!!
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Questo Giubileo della Misericordia ha un titolo che identifica le persone a cui si rivolge “La cura della persona”, coloro cioè che per professione curano le persone dei loro studenti, accompagnandoli nella loro crescita spirituale e culturale.
E siccome nessuno può dare agli altri quello che non ha, è necessario che ciascuno di noi, pensi innanzitutto a curare la sua persona. Siamo specialisti nella cura del nostro corpo, della nostra immagine, ma spesso ci dimentichiamo di essere tridimensionali: corpo, intelletto e anima, e che tutte e tre le dimensioni vanno curate, perché ci sia armonia tra le stesse.
La cura del corpo la diamo quasi per scontata e ove non fosse così, dovremmo pensarci perché esso è il tabernacolo dell’anima; la cura del nostro intelletto avviene attraverso la formazione culturale e professionale, e la cura della nostra anima attraverso la formazione spirituale, comunicando con gli altri e pregando Dio.
Comunicare
E’ importante essere in relazione con gli altri, bisognerebbe evitare di vivere in solitudine, perché nessun dono di Dio ti giunge per tenerlo per te solo ma per comunicarlo agli altri e chiamarli a condividere la gioia della presenza divina tra noi.
Il diavolo tenta di isolarci perché così diventiamo più vulnerabili e sempre più disperati.
Pregare
L’anima si cura anche con la preghiera che ci permette di crescere nella Santità, il Signore ci vuole tutti Santi:
Levitico 19” Il Signore disse ancora a Mosè: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti e ordina loro: Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono Santo.”
La santità non significa fare miracoli, ma sentire pienamente nel cuore la presenza di Dio, la santità si acquista con la preghiera continua che ti dà la vicinanza a Dio, chi prega col cuore cerca di fissare i suoi occhi negli occhi di Dio!
Ma quante volte preghiamo nella giornata, quante volte pensiamo alla nostra anima? Eppure Gesù ci ammonisce
“Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?” Luca 9
Quale danno perdere l’anima!” che è l’unica parte di noi che ci porteremo dietro nel passaggio dalla vita terrena alla vita eterna!
Questa della celebrazione del Giubileo della Misericordia diventa pertanto un’occasione importante per curare la nostra persona, in tutte le sue dimensioni, dando prevalenza alla dimensione che sopravviverà alla nostra natura mortale.
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Ma siamo anche educatori, dediti per professione alla cura dei nostri studenti, compito che se non è mai stato un semplice lavoro, ai nostri giorni è una vera e propria missione.
I giovani chiedono, sia pure non sempre esplicitamente, di essere accolti, ascoltati, amati, compresi, e molto spesso chiedono di essere sorretti nel compito educativo anche i genitori, a meno che non vi abbiano rinunciato e si oppongono alla scuola che in un certo qual modo deve pur trasmettere a questi ragazzi qualche regola di civile convivenza!
Ma le parole non bastano più da sole a fare un buon maestro, se mai siano bastate (Seneca docet: “Longum iter est per praecepta, breve et efficax per exempla.”)
Occorre essere testimoni delle verità che si vogliono insegnare o trasmettere efficacemente.
E qui torna la cura del proprio essere come l’elemento caratterizzante di un buon maestro, di una buona guida: potrà mai un cieco guidare altre persone?
Ma quanti occhi dovrà avere un maestro cattolico?
La risposta è presto detta: l’uomo in Cristo ha una dimensione nuova, una marcia in più, perché l’uomo in Cristo lavora assieme a Cristo:
“Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto perché senza di me non potete fare nulla (Vangelo di Giovanni)
Ma chi tra noi può affermare di essere in Lui? Possiamo però, essere certi del Suo Amore e della Sua Misericordia a cui ricorriamo sempre e in questa giornata in modo particolare!
Preghiera dell’educatore a Gesù Maestro di Gesualdo Nosengo
Il primo Maestro della Storia è Gesù e il primo ad averlo riconosciuto e diffuso, è stato Gesualdo Nosengo, fondatore della nostra Associazione!