In una afosa e pesante notte di fine agosto la cara Cesarina, la storica Presidente, è andata a cogliere il premio eterno, è andata a godere della visione beatifica di Dio, purificata ormai dalle lunghe sofferenze sopportate con serenità e dignità.
È passato un anno da quel 26 agosto e ci conforta sapere che Cesarina è ancora tra noi, è sempre in mezzo a noi, proprio perché è nella Casa del Padre e continua in Lui ad amare tutti coloro che hanno condiviso con lei l’esperienza di vita professionale e con lei hanno lavorato per la scuola e per una autentica promozione umana.
L’ho assistita fino al suo ultimo respiro e che cosa non avrei fatto e dato perché non soffrisse tanto!
Ed invece non sono riuscita a fare altro che a balbettare qualche parola di conforto e donarle qualche momento di sollievo fisico. Solo i suoi occhi parlavano guardandomi e vi potevo leggere la sua gratitudine e il suo silenzioso abbandono alla volontà di Dio.
Ciò era frutto della sua umiltà, perché Cesarina è stata sempre umile e gioiosa e si è pienamente affidata e fidata, così spesso mi ripeteva, del suo “Alleato” facendomi intuire che si riferiva a Gesù Maestro.
Ha trascorso la sua lunga vita in piena adesione agli insegnamenti evangelici: esempio di fedeltà alla Chiesa e agli impegni assunti con essa. È stata maestra di vita per molti: alunni, amici, colleghi, collaboratori e soci UCIIM. Il suo cuore era aperto a tutti e a tutto.
La sua vasta cultura, la sua disponibilità al dialogo, la sua profonda competenza in materia di politica scolastica, sono state le sue caratteristiche umane dominanti: stupiva l’immediatezza e la molteplicità dei rapporti interpersonali.
Con il suo comportamento sobrio e austero, con le sue espressioni dolci e pacate esercitava un fascino non indifferente.
Era una persona carismatica, conquistava con la sua premurosa attenzione nell’ascoltare e seguire quanti si rivolgevano a lei perché infondeva serenità, spianava difficoltà e leniva sofferenze.
Si avvertiva in lei una forza dirompente che traeva origine dalla sua fede in ciò che credeva ed operava e derivava dalla sua identità di insegnante.
Con il suo ottimismo riusciva a dipanare le situazioni più intricate.
Molti al MIUR ancora ricordano gli interventi attenti e precisi della professoressa Checcacci nelle sedute del Consiglio Nazionale della P.I. o quando si batteva nelle varie Commissioni di Riforma della scuola, che l’hanno vista protagonista in numerosi e delicati incarichi, o anche quando qualche Ministro ricorreva a lei per la sua esperienza di politica scolastica.
La sua testimonianza di vita è una eredità preziosa.
Ora che ha raggiunto il Suo Maestro avvertiamo l’esigenza di invocarla perché ci solleciti dal Maestro, in questo momento delicato che il mondo della scuola italiana attraversa, quell’aiuto che l’ha sostenuta sempre nei momenti difficili della sua vita professionale.
Letizia Li Donni