Fabio Calvino, organizzatore della newsletter, dipartimento informazione e comunicazione,
Elena Fazivicepresidente nazionale vicaria, direttore dipartimento informazione comunicazione,
Fabrizio Zago, vicepresidente nazionale, direttore Dipartimento Intelligenza Artificiale.
Con il voto del 13 marzo 2024, l’Unione europea è la prima al mondo a regolamentare l’esplosiva rivoluzione dell’intelligenza artificiale, riprendendo un antico ruolo di apripista e pioniera nella tecnologia ormai indiscutibilmente presente per sempre nella vita di tutti. L’approvazione è stata quasi plebiscitaria, con 523 voti a favore, 46 contrari e 49 astenuti e a Strasburgo si parla di «giornata storica». L’obiettivo del IA ACT è di proteggere i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale dai sistemi di IA ad alto rischio, promuovendo nel contempo l’innovazione e assicurando all’Europa un ruolo guida nel settore. Il regolamento stabilisce obblighi per l’IA sulla base dei possibili rischi e del livello d’impatto.
Il regolamento deve ancora essere sottoposto alla verifica finale dei giuristi-linguisti e dovrebbe essere adottato definitivamente entro questa legislatura, entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue e inizierà ad applicarsi due anni dopo, salvo alcune eccezioni. I divieti relativi a pratiche vietate si applicheranno a partire da sei mesi dopo l’entrata in vigore il Regolamento è legge e tutte le aziende dovranno adeguarsi alle nuove norme dell’Unione, che, come tutti i regolamenti, sono self executive e dunque entrano direttamente nella legislazione nazionale di ciascun Stato membro.
Il nuovo Regolamento si applicherà a tutti i soggetti pubblici e privati che producono strumenti con tecnologia di intelligenza artificiale rivolti al mercato europeo. Non solo i fornitori, ma anche gli utilizzatori dovranno assicurarsi che il prodotto sia compliant ovvero conforme alle regole stabilite come avviene già nell’ambito di protezione dei dati, di antiriciclaggio.
L’approccio del Regolamento è basato sul rischio. I sistemi di AI sono divisi in quattro macrocategorie: a rischio minimo, limitato, alto ed inaccettabile. Come sempre, maggiore è il livello di rischio maggiori saranno le responsabilità e i limiti per sviluppatori e utilizzatori.
Il correlatore della commissione per le libertà civili Dragos Tudorache (Renew, Romania) ha dichiarato: «L’UE ha mantenuto la promessa 1. Abbiamo collegato per sempre al concetto di intelligenza artificiale ai valori fondamentali che costituiscono la base delle nostre società. Ci aspetta molto lavoro che va oltre la legge sull’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale ci spingerà a ripensare il contratto sociale che sta alla base delle nostre democrazie. Insieme ai nostri modelli educativi, ai nostri mercati del lavoro, al modo in cui conduciamo le guerre. La legge sull’IA non è la fine del viaggio, ma piuttosto il punto di partenza per un nuovo modello di governance basato sulla tecnologia. Ora dobbiamo concentrarci per trasformarla da legge sui libri a realtà sul campo».
«Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana»
È in questo orizzonte che va guardato e compreso il Messaggio del Santo Padre per la 58ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, come spiega Padre Paolo Benanti nel suo bellissimo editoriale 2: La nostra specie si caratterizza perché è capace di costruire e avere un orizzonte, di avere un mondo mappato con l’intelletto. Questo mondo non è un qualcosa di dato staticamente ma dinamicamente affidato alla nostra stessa costituzione umana: la capacità di narrare l’orizzonte. Questo elemento fa sì che a differenza di altri animali, la spiegazione dei nostri comportamenti non possa essere risolta con discipline come la biologia o l’etologia, mediante cioè delle leggi «statiche» e «fisse». Quello che come specie abbiamo fatto, la trasformazione del mondo che abbiamo prodotto, la scomparsa di altre specie di viventi che abbiamo causato, tutto questo ha bisogno di una ulteriore ricerca di senso. La storia come racconto delle scelte fatte, la filosofia come ricerca di un perché razionale, l’etica come riflessione sul giusto e sul bene e la teologia come riflessione su cause e fini ultimi sono una serie di tentativi che, come uomini, abbiamo messo in atto per convivere con la nostra inquietudine. […]
Per fronteggiare le domande che ci pone la macchina dobbiamo guardare alla comprensione profonda della natura umana e delle relazioni interpersonali. Cercare la sapienza del cuore non è cercare solo una conoscenza intellettuale, ma una saggezza che nasce dalla consapevolezza di ciò che siamo: per rispondere sulle macchine dobbiamo partire da ciò che ci fa umani. La sapienza del cuore è quindi ciò che serve per affrontare le grandi questioni della vita.
Non si è arrivati, come leggerete, facilmente a questo AI Act, il percorso è stato lungo e, talvolta, incerto soprattutto per quel che riguarda l’educazione e l’istruzione, come attestano i lavori dell’UNESCO e le riflessioni pubblicate su Il Sole 24 ore.
Nell’ambito dell’Educazione
Alla fine del 2023 anche l’UNESCO ha elaborato e proposto e pubblicato un documento Guidance for generative AI in education and research 3 che vuole essere «la prima guida globale dell’UNESCO per l’uso dell’intelligenza artificiale generativa». La pubblicazione offre raccomandazioni concrete destinate ai decisori politici e al mondo dell’educazione su come l’uso degli strumenti GenAI 4 possa e debba essere pensato e accompagnato per aiutare realmente studenti, insegnanti e ricercatori. Della pubblicazione riportiamo uno stralcio del quarto capitolo e il quinto capitolo che ci riguardano più da vicino.
Uso creativo di GenAI nell’educazione e nella ricerca
Nel capitolo quarto si esplora le possibilità di usare creativamente GenAI nella progettazione curricolare, nell’insegnamento, nell’apprendimento e nella ricerca, presentando alcuni esempi pratici di come queste applicazioni possano arricchire e personalizzare l’esperienza educativa, promuovere la diversità culturale e linguistica, stimolare la creatività e l’innovazione, e rafforzare le competenze di intelligenza artificiale.
Il capitolo propone alcune piste di utilizzo di GenAI:
- per creare domande e risposte su vari argomenti e livelli di difficoltà, per stimolare la curiosità, la motivazione e l’autovalutazione degli studenti;
- per generare testi narrativi o informativi su temi di interesse o di attualità, per arricchire il materiale didattico, sviluppare le competenze linguistiche e promuovere la lettura critica;
- per produrre audio o video su contenuti educativi o culturali, per facilitare l’accesso, la comprensione e la memorizzazione delle informazioni, soprattutto per gli studenti con bisogni speciali;
- per tradurre testi o discorsi tra diverse lingue, per favorire la comunicazione, la collaborazione e l’apprendimento interculturale tra studenti e docenti di diversa provenienza;
- per sintetizzare voci o immagini di personaggi storici, letterari o artistici, per rendere più coinvolgenti e realistiche le lezioni di storia, letteratura o arte;
- per simulare scenari o esperimenti in ambito scientifico, tecnologico o sociale, per permettere agli studenti di esplorare, ipotizzare e verificare le proprie conoscenze e abilità.
Si conclude con una riflessione sul ruolo di GenAI come strumento di supporto e non di sostituzione dell’educazione, sottolineandone sempre la necessità di un uso etico, sicuro, equo e significativo.
Il quinto capitolo si intitola «Long-term implications of GenAI for education and research». Si discutono le implicazioni a lungo termine del GenAI per l’educazione e la ricerca, riflettendo sulle sfide e le opportunità che queste tecnologie pongono per il futuro del lavoro, della conoscenza, della cultura e della società.
Si esplorano i seguenti interrogativi:
- come cambierà il ruolo degli insegnanti e dei ricercatori in un mondo in cui il GenAI può creare contenuti educativi e scientifici di alta qualità e personalizzati?
- come cambierà il ruolo degli studenti e dei ricercatori in un mondo in cui il GenAI può assistere, sostituire o superare le loro capacità cognitive, creative e collaborative?
- Come cambierà il ruolo delle istituzioni educative e di ricerca in un mondo in cui il GenAI può offrire opportunità di apprendimento e di innovazione a chiunque, ovunque e in qualsiasi momento?
- Come cambierà il ruolo della società e della cultura in un mondo in cui il GenAI può influenzare, modificare o generare i valori, le norme e le identità delle persone e delle comunità?
Il capitolo propone alcune risposte possibili a queste domande, basandosi su una visione più «umanistica» del GenAI, che ne valorizzi le potenzialità, e che ne limiti i pericoli.
Un altro documento UNESCO può aiutarci in queste note, quello della ex ministro del MIUR, attualmente Direttore generale aggiunto per l’educazione 5. Tra altre interessanti riflessioni estrapoliamo Le risorse educative destinate all’uso nelle scuole e con gli studenti sono in genere controllate, come minimo, in base a quattro criteri principali: (1) l’accuratezza dei contenuti, (2) l’adeguatezza all’età, (3) la pertinenza dei metodi pedagogici e (4) l’adeguatezza culturale e sociale, che comprende controlli per la protezione dai pregiudizi. In molti luoghi, le risorse vengono ulteriormente ispezionate da gruppi di insegnanti e dirigenti scolastici, nonché da vari gruppi della società civile, prima di ricevere l’approvazione istituzionale. I modelli e le applicazioni di IA che sostengono di avere un’utilità educativa devono essere esaminati in base a criteri simili e altri, data la loro complessità e portata, prima di essere utilizzati su scala. Il settore dell’istruzione deve effettuare queste determinazioni «qualificanti» alle proprie condizioni. Non può affidare questo compito alle aziende che creano l’IA. Un’autoregolamentazione del settore introdurrebbe un inaccettabile conflitto di interessi. Per vagliare e convalidare le nuove e complesse applicazioni di IA per l’uso formale a scuola sarà necessario che i ministeri dell’istruzione sviluppino le loro capacità, probabilmente in coordinamento con altri rami normativi del governo, in particolare quelli che regolano le tecnologie. Pensiamo che questo sottintenda anche l’accordo in merito di tutti i ministri dell’istruzione della UE e possibilmente mondiali, poiché già nel maggio 2023, l’UNESCO ha organizzato il primo incontro globale dei ministri dell’Istruzione per condividere le conoscenze sull’impatto degli strumenti di IA generativa sull’insegnamento e sull’apprendimento. Questo incontro ha aiutato l’UNESCO a tracciare una tabella di marcia per orientare il dialogo politico globale con i governi, il mondo accademico, la società civile e il settore privato 6. E prosegue Scuole ben gestite, un numero sufficiente di insegnanti e insegnanti con le condizioni, la formazione e gli stipendi necessari per avere successo rimangono gli ingredienti principali di un rimedio sostenibile. Il nostro mondo emergente dell’intelligenza artificiale ha fatto emergere anche un dilemma in termini di scelte di investimento. In che misura dovremmo indirizzare gli investimenti, compresi quelli pubblici, verso la costruzione di capacità di macchine che agiscono come esseri umani intelligenti o verso la costruzione di capacità di persone viventi? […] I nostri sistemi educativi possono definire una traiettoria e stabilire norme per il modo in cui comprendiamo la tecnologia che cambia il mondo – e, per estensione, come permettiamo che essa influenzi noi e il nostro mondo. Questa è forse la «raison d’être» dell’educazione: aiutarci a fare scelte informate su come vogliamo costruire le nostre vite e le nostre società. Il compito centrale dell’istruzione in questo momento di svolta non è tanto quello di incorporare nuove applicazioni dell’IA, in gran parte non testate, per progredire rispetto agli obiettivi abituali dell’apprendimento formale. Si tratta piuttosto di aiutare le persone a sviluppare una comprensione più chiara di quando, da chi e per quali ragioni questa nuova tecnologia dovrebbe o non dovrebbe essere utilizzata. L’IA ci sta anche dando la spinta per riesaminare ciò che facciamo nell’istruzione, come lo facciamo e, soprattutto, perché.
In futuro la scuola dovrà formare cittadini consapevoli dell’importanza di continuare ad apprendere e porsi domande 7.
Il dibattito che si sta creando intorno al tema dell’AI richiama alla mente le diverse forme di conoscenza individuate da Aristotele: l’Episteme, ovvero la conoscenza universalmente valida (sapere perché una cosa accade), la Techne, la conoscenza tecnica basata sull’abilità (sapere come una cosa si realizza) e la Phronesis, la saggezza pratica (sapere cosa dovrebbe essere fatto in una data circostanza). Se la prima parte del ’900 è stata l’epoca dell’Episteme e gli ultimi 50 anni della Techne, il futuro riguarda la terza forma di conoscenza indicata da Aristotele, la Phronesis ovvero la saggezza pratica. Con questo termine si intende l’abilità di individuare la cosa giusta da fare in una certa situazione.
Possibili utilizzi didattici
Un ricercatore ha chiesto a Copilot di Bing 8 alcuni esempi concreti di vita scolastica che mostrano gli effetti dell’intelligenza artificiale generativa (IA generativa) secondo la tetrade di McLuhan 9:
- Che cosa amplifica o intensifica? L’IA generativa amplifica o intensifica la creatività, la produttività e la personalizzazione dei contenuti.
- Un insegnante può usare l’IA generativa per creare una storia interattiva che coinvolga gli studenti in un percorso di apprendimento basato sul gioco e sulle scelte.
- Uno studente può usare l’IA generativa per generare una canzone originale che riassuma i concetti chiave di una lezione di storia.
- Che cosa rende obsoleto o sopprime? L’IA generativa rende obsoleto o sopprime il ruolo di alcuni creatori umani, come scrittori, artisti, musicisti, ecc.
- Un insegnante può usare l’IA generativa per sostituire i libri di testo con dei video animati che spiegano i contenuti in modo più visivo e coinvolgente.
- Uno studente può usare l’IA generativa per copiare lo stile di un famoso pittore e creare un’opera d’arte che imiti la sua tecnica e la sua firma.
- Che cosa recupera o riporta in auge? L’IA generativa recupera o riporta in auge la capacità di generare contenuti originali e diversificati, senza limiti di tempo, spazio e risorse.
- Un insegnante può usare l’IA generativa per generare dei problemi matematici che siano diversi per ogni studente e che richiedano l’uso di diverse strategie e abilità.
- Uno studente può usare l’IA generativa per generare un racconto fantastico che si ispiri a diversi generi letterari e che includa elementi di sorpresa e di sfida.
- Che cosa capovolge o produce quando viene spinta al limite? L’IA generativa capovolge o produce quando viene spinta al limite la perdita di controllo, di qualità e di autenticità dei contenuti, nonché il rischio di abuso, manipolazione e frode.
- Un insegnante può usare l’IA generativa per generare delle false notizie che ingannino gli studenti e li inducano a credere a informazioni errate o fuorvianti.
- Uno studente può usare l’IA generativa per generare un saggio che plagi fonti diverse e che non rifletta il suo pensiero e la sua opinione.
- Questo editoriale è stato composto da un lungo lavoro di ricerca del quale sono stati riportati i punti più interessanti e stimolanti reperiti in testi di esperti.
Noi abbiamo un dipartimento che si occupa proprio di AI, direttore è il vicepresidente nazionale Fabrizio Zago; gli interventi del suo Dipartimento avranno l’obiettivo di fare il punto dello stato dell’arte in merito all’AI e ragionare su pregi, difficoltà, rischi e opportunità che questa tecnologia può presentare nell’impegno quotidiano dei dirigenti, docenti e discenti delle nostre scuole e università.
- https://it.euronews.com/my-europe/2024/03/13/intelligenza-artificiale-il-parlamento-ue-approva-il-testo-finale-dellai-act ↩︎
- Paolo Benanti, Il tempo delle intelligenze artificiali. Partire da ciò che ci fa più umani. Avvenire, 25 gennaio 2024. ↩︎
- https://www.unesco.org/en/articles/guidance-generative-ai-education-and-research ↩︎
- Acronimo per Intelligenza Artificiale Generativa ↩︎
- Stefania Giannini, Generative AI and the future of education, UNESCO, 2023 ↩︎
- La Raccomandazione UNESCO sull’etica dell’IA del 2021 è un riferimento essenziale, così come il Consenso di Pechino sull’IA e l’istruzione del 2019 e la nostra Guida all’IA e all’istruzione per i responsabili politici del 2021. ↩︎
- Alessandro Cravera, Nell’era della AI scopriamo l’esigenza di nuovi modelli educativi, Il Sole 24 ore, Luglio 2023
↩︎ - È un assistente di ricerca, un pianificatore personale, un partner creativo… basato si AI https://www.microsoft.com/it-it/bing?form=MA13FV ↩︎
- Marshall Mcluhan, Le tetradi perdute di Marshall McLuhan, Il Saggiatore, Milano, 2019 ↩︎