Tratto da Linkedin e legato a Avvenire
Prendiamo spunto dalle parole del prof. Paolo Benanti1:
“Med-Gemini: l’algoretica ci chiede che i progressi nelle capacità dei modelli siano accompagnati da un’attenzione meticolosa all’affidabilità e alla sicurezza di questi sistemi. Dando priorità a entrambi gli aspetti, possiamo concordare con i ricercatori di Google nell’immaginare un futuro «in cui le capacità dei sistemi di IA siano acceleratori significativi e sicuri sia del progresso scientifico che dell’assistenza in medicina»”.
Il prof. Benanti commenta in questo modo le dichiarazioni dei ricercatori di Google di voler applicare un codice etico relativo alla costruzione degli algoritmi per Gemini, l’IA di Google, appunto, al fine di portare a risultati scientifici nel modo più corretto possibile.
Ma cos’è l’Intelligenza Artificale e quali sono le parole chiave da ricercare?
Chiediamolo a ChatGpt e Gemini:
Un nota finale, per comprendere meglio il funzionamento delle IA.
Le celle senza sfondo corrispondono alla prima risposta, quelle colorate ad approfondimenti richiesti dall’autore della ricerca.
Quindi ogni IA, ha un modo proprio di interpretare le domande e di fornire risposte.
Alcune osservazioni personali.
Le IA tendono ad essere sempre propositive e a minimizzare le implicazioni critiche che le riguardano. È vero che le IA potranno rivoluzionare la didattica, ma lascia perplessa l’affermazione di Chat Gpt “Per gli insegnanti, possono gestire compiti ripetitivi come la programmazione delle lezioni o la risposta a domande frequenti”. In particolare non si comprende come possa essere ripetitiva la progettazione didattica e la programmazione delle lezioni, a meno che, in fase di programmazione dell’IA, non siano stati inseriti dati per lo meno desueti sulle modalità di fare lezione degli insegnanti. Lo scrivente utilizza le IA soprattutto per amplificare il potenziale di ricerca di dati in rete. In questo le IA sono realmente efficienti e molto superiori ai normali motori di ricerca, ma appena si entra nel campo della creatività ogni loro suggerimento va vagliato e verificato, alla luce dell’intelligenza umana che deve sempre fare per lo meno da filtro e da mediatore.
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- Paolo Benanti, Professore di etica, teologia morale e bioetica alla Pontificia Università Gregoriana e presso
l’Università di Seattle, consigliere di Papa Francesco sui temi dell’intelligenza artificiale e
dell’etica della tecnologia. È l’unico italiano membro del Comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite. ↩︎